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Tajani ribadisce la soluzione dei due Stati per il futuro, ma ora non esiste uno Stato palestinese

Tajani ribadisce la soluzione dei due Stati per il futuro, ma ora non esiste uno Stato palestinese

Tajani ribadisce la soluzione dei due Stati per il futuro, ma ora non esiste uno Stato palestinese

Il ministro degli Esteri italiano, Antonio Tajani, ha recentemente visitato Ashdod, in Israele, dove ha consegnato 15 camion carichi di aiuti umanitari destinati alla popolazione di Gaza. Durante la sua visita, Tajani ha sottolineato che la soluzione per il futuro della regione deve essere quella dei due Stati, avvertendo che «ogni altra mossa sarebbe velleitaria e controproducente». Queste dichiarazioni giungono dopo un incontro controverso tra il premier israeliano Benjamin Netanyahu e il presidente americano Donald Trump, durante il quale Trump ha espresso l’intenzione di trasferire permanentemente i residenti palestinesi nei Paesi vicini.

Le reazioni dopo l’incontro Trump-Netanyahu

Le parole di Trump hanno scatenato un’ondata di critiche da parte del mondo arabo ed europeo, ma sono state accolte con entusiasmo dal governo israeliano. In una conferenza stampa con Tajani, il ministro degli Esteri israeliano, Gideon Sa’ar, ha messo in evidenza la «volontà» di Trump di impegnarsi nella regione e ha descritto Gaza come un «esperimento fallito». Sa’ar ha affermato che è fondamentale esplorare nuove idee e approcci per superare la crisi attuale.

Tajani ha reiterato la posizione dell’Italia, che sostiene la soluzione dei due Stati, sottolineando che il futuro Stato palestinese dovrà riconoscere Israele e viceversa. Tuttavia, ha avvertito che attualmente non è possibile riconoscere uno Stato palestinese, poiché non esiste. L’Italia, ha affermato il ministro, è impegnata ad aiutare la popolazione di Gaza attraverso iniziative concrete come il progetto Food for Gaza, collaborando con il Programma Alimentare Mondiale (WFP) e altre organizzazioni.

Iniziative umanitarie in corso

Il progetto Food for Gaza ha già consentito l’invio di tonnellate di aiuti alla popolazione civile, senza passare per le mani di Hamas. Tajani ha annunciato anche l’espansione di questo programma per includere l’assistenza sanitaria, con l’arrivo in Italia di un primo gruppo di 14 bambini affetti da patologie oncologiche. Questi giovani pazienti verranno evacuati attraverso il valico di Rafah per ricevere cure in Lombardia, Lazio e Piemonte.

In aggiunta, un gruppo di medici italiani è partito per Israele e nei prossimi giorni avrà colloqui a Ramallah e Gerusalemme per avviare collaborazioni nella cura e assistenza sanitaria. Tajani ha assicurato che l’intenzione è di aumentare il numero di piccoli pazienti oncologici assistiti e di includere la fornitura di protesi per gli invalidi di guerra.

Il ruolo dell’Italia nella regione

Anche i carabinieri italiani sono attivamente coinvolti nei progetti di cooperazione nella regione, partecipando alla missione europea Eubam al valico di Rafah e contribuendo all’addestramento della polizia palestinese. Durante un incontro con i carabinieri all’ambasciata italiana, Tajani ha ribadito l’importanza della loro presenza come simbolo dell’impegno italiano nella stabilità della regione.

Il ministro ha affermato che «la sicurezza non è possibile senza pace» e che la stabilità del Medio Oriente è cruciale per la sicurezza globale. Tajani ha consegnato le chiavi dei 15 camion al vice direttore esecutivo del WFP, Carl Skau, il quale ha espresso profonda gratitudine per il contributo dell’Italia alle operazioni umanitarie a Gaza. I camion, progettati per lavorare in zone difficili, rimarranno nella Striscia e contribuiranno a migliorare la capacità di distribuzione degli aiuti.

In conclusione, l’Italia continua a svolgere un ruolo attivo e significativo nella crisi di Gaza, sostenendo iniziative umanitarie e promuovendo la necessità di una soluzione duratura e pacifica, nonostante le sfide e le complessità della situazione attuale.

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