Stati Uniti lasciano l’Unesco: Trump ritira il Paese dall’organizzazione Onu per cultura e scienza
In una mossa che conferma la linea politica isolazionista dell’amministrazione Donald Trump, gli Stati Uniti hanno annunciato il ritiro dall’Unesco, l’agenzia delle Nazioni Unite dedicata a educazione, scienza e cultura. La decisione, motivata da accuse di promozione di una “cultura woke” e di allontanamento dai valori americani, segna un nuovo strappo con le politiche multilaterali sostenute dal predecessore Joe Biden.
### Le ragioni del ritiro
La portavoce della Casa Bianca, Anna Kelly, ha spiegato che l’Unesco sostiene “cause sociali divisive” lontane dagli interessi degli elettori americani. Già a febbraio, Trump aveva ordinato al segretario di Stato Marco Rubio di riesaminare il ruolo dell’organizzazione, accusata di favorire “sentimenti anti-americani“. Non è la prima volta che Washington abbandona l’Unesco: nel 2019, sotto Trump, gli Usa uscirono dall’agenzia, per poi rientrare nel 2023 con Biden.
Anche Israele ha appoggiato la scelta, criticando l’Onu per aver “politicizzato” l’organizzazione, soprattutto dopo le prese di posizione sull’emergenza umanitaria a Gaza. Tammy Bruce, portavoce del Dipartimento di Stato, ha ribadito che la partecipazione “non serve gli interessi nazionali” degli Usa.
### Le reazioni internazionali
La direttrice generale dell’Unesco, Audrey Azoulay, ha espresso “profondo rammarico“, sottolineando che le motivazioni statunitensi ricalcano quelle del 2019 nonostante i cambiamenti nell’agenzia. L’Unesco, ha ricordato, oggi è un “forum di consenso” su temi globali come clima e intelligenza artificiale.
A difendere l’organizzazione è intervenuto anche il presidente francese Emmanuel Macron, che su X l’ha definita “guardiana universale” di scienza e cultura, assicurando che il ritiro americano “non indebolirà” l’impegno europeo.
Il ritiro diventerà effettivo a dicembre 2026, ma l’Unesco assicura di essere pronta anche sul piano finanziario. Intanto, questa è l’ultima di una serie di defezioni Usa da organismi internazionali, dopo l’Organizzazione Mondiale della Sanità e il Consiglio per i Diritti Umani. Una strategia che riflette la visione “America First” di Trump, sempre più distante dal multilateralismo.