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Senato approva la separazione delle carriere dei magistrati con 106 sì, Meloni celebra giustizia più equa

Senato approva la separazione delle carriere dei magistrati con 106 sì, Meloni celebra giustizia più equa

Senato approva la separazione delle carriere dei magistrati con 106 sì, Meloni celebra giustizia più equa

Il Senato ha dato il via libera definitivo alla riforma costituzionale sulle carriere dei magistrati, un passaggio storico che ridisegna l’organizzazione della giustizia in Italia. Con 106 voti a favore, 61 contrari e 11 astenuti, il testo – già approvato in seconda lettura – torna ora alla Camera per l’ultimo step. Tra i sostenitori, spiccano le parole del ministro della Giustizia Carlo Nordio, che ha definito la riforma “epocale”, mentre la premier Giorgia Meloni ha celebrato su X “un sistema più efficiente ed equo”.

### Cosa cambia con la riforma
La riforma introduce due novità fondamentali: la separazione delle carriere tra giudici e pubblici ministeri e l’estrazione a sorte per la componente togata del CSM. Un cambiamento volto, secondo il governo, a limitare l’influenza delle correnti interne alla magistratura. “Finalmente si farà carriera per merito, non per appartenenza”, ha dichiarato Alberto Balboni, presidente della commissione Affari costituzionali al Senato, durante un flash mob di festeggiamenti organizzato da Fratelli d’Italia.

Nordio, ex magistrato con 40 anni di esperienza, ha espresso soddisfazione: “È un traguardo che perseguivo dal 1995”. Ma non mancano le polemiche: l’opposizione critica la riforma, accusandola di minare l’autonomia della magistratura. Balboni ribatte: “Quel che dà fastidio è la fine dello strapotere delle correnti”.

### Le reazioni politiche
Meloni ha sottolineato l’impegno per una giustizia trasparente, mentre i parlamentari di maggioranza hanno srotolato striscioni con lo slogan “Giustizia è fatta”. Lucio Malan, capogruppo di FdI al Senato, ha lodato Nordio per la “credibilità e determinazione”, difendendo la riforma dagli attacchi.

Il percorso non è ancora concluso, ma il governo guarda avanti: “Ora servono dialogo e serenità”, ha chiuso Nordio. Intanto, il dibattito si sposta a Montecitorio, dove si deciderà il futuro di una delle riforme più discusse degli ultimi anni.

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