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Migliaia di foto intime di donne condivise su Telegram scatenano protesta in Cina

Migliaia di foto intime di donne condivise su Telegram scatenano protesta in Cina

Migliaia di foto intime di donne condivise su Telegram scatenano protesta in Cina

Un nuovo scandalo digitale ha scosso la Cina, dove migliaia di foto e video intimi di donne sono stati condivisi senza il loro consenso su gruppi privati di Telegram. La vicenda, diventata un caso nazionale, ha acceso un dibattito sui diritti delle donne e sulla diffusione di contenuti sensibili online, sollevando proteste e indignazione.

### Lo scandalo e la denuncia delle vittime
La vicenda è emersa quando una donna ha scoperto che immagini private, scattate a sua insaputa, circolavano in un forum di Telegram con oltre 100.000 utenti, per lo più uomini. Il quotidiano statale Southern Daily ha riportato la notizia, rivelando che il fenomeno era molto più diffuso del previsto. Molte vittime hanno raccontato di essere state tradite da fidanzati, ex partner o sconosciuti, che hanno condiviso i materiali per “gare di popolarità” o scambio tra utenti.

Su piattaforme come Weibo, l’hashtag legato allo scandalo ha superato 230 milioni di visualizzazioni, con migliaia di donne che hanno denunciato episodi simili. “Non siamo oggetti da condividere”, ha scritto un’utente su Red Note, un social simile a Instagram.

### Telegram e il paragone con il caso “Nth Room”
Il gruppo principale coinvolto, chiamato “Mask Park”, è stato chiuso, ma secondo le indagini restano attive decine di canali minori. Telegram ha dichiarato di rimuovere immediatamente i contenuti illegali segnalati, ma la natura crittografata della piattaforma rende difficile il controllo. La situazione ricorda il caso sudcoreano “Nth Room”, dove decine di donne furono ricattate per produrre video espliciti venduti su Telegram.

### Diritti delle donne e censura in Cina
Nonostante in Cina la pornografia e le riprese non consensuali siano vietate, le vittime spesso incontrano ostacoli nel ottenere giustizia. Nel 2022, la polizia ha arrestato centinaia di persone per filmati illegali, ma il femminismo rimane un tema delicato: attiviste come Sophia Huang Xueqin, simbolo del movimento #MeToo locale, sono state condannate per accuse politiche.

Mentre le proteste online crescono, molte chiedono leggi più severe e una maggiore protezione, sottolineando che la violenza digitale è una minaccia reale. “La prossima vittima potrei essere io”, ha scritto una donna su Weibo, “o potresti essere tu”.

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