L’Italia è attraversata da un’ondata di protesta senza precedenti. Lo sciopero generale indetto dalle principali sigle sindacali, a sostegno della Palestina e in risposta all’abbordaggio della Global Sumud Flotilla, ha paralizzato il paese, con cortei che hanno riempito le piazze di oltre cento città. La mobilitazione, definita illegittima dal Garante ma ugualmente seguita da milioni di persone, ha visto come epicentri Roma, Milano e Napoli, ma la partecipazione è stata massiccia in tutto lo Stivale, con l’obiettivo dichiarato di fermare il “genocidio” a Gaza.
La Cgil ha parlato di un successo straordinario, stimando in oltre due milioni i partecipanti, con un’adesione media allo sciopero del 60%. Il segretario generale Maurizio Landini ha sottolineato il clima prevalentemente pacifico e la partecipazione “senza precedenti” dei giovani. Tuttavia, la giornata non è stata priva di momenti di tensione, con scontri e azioni di protesta che hanno preso di mira infrastrutture cruciali.
Blocchi e cortei nelle principali città
A Roma, decine di migliaia di persone hanno invaso Piazza dei Cinquecento, davanti alla stazione Termini. I disagi sono stati inevitabili, con la chiusura di alcuni accessi alla stazione. La situazione si è fatta tesa quando alcuni manifestanti hanno lanciato uova contro le camionette della polizia davanti al Ministero dei Trasporti. Il corteo, dopo aver attraversato diverse arterie principali, è arrivato a bloccare il tratto urbano dell’A24, paralizzando il traffico con un imponente dispiegamento di forze dell’ordine.
A Milano, il corteo si è diviso in due tronconi. Mentre uno seguiva il percorso autorizzato, un altro gruppo, composto da sindacati di base e attivisti, è entrato in tangenziale est, causando il blocco della viabilità. In questo contesto si sono registrati gli episodi più critici, con il lancio di petardi, bottiglie e sassi contro le forze dell’ordine, che hanno risposto con gli idranti per disperdere i manifestanti.
Anche a Bologna la protesta ha avuto un impatto significativo sulla mobilità. Dopo un corteo unitario che ha riunito decine di migliaia di persone in piazza Maggiore, un nutrito gruppo di manifestanti è riuscito a sfondare un blocco delle forze dell’ordine e a riversarsi in autostrada dall’uscita 7bis, creando una situazione di caos e pericolo.
La protesta si diffonde da Nord a Sud
La mobilitazione non ha conosciuto confini. A Napoli, il corteo partito da piazza Mancini ha visto una massiccia partecipazione di studenti e lavoratori. Un gruppo è riuscito a penetrare nel porto attraverso il varco Immacolatella, replicando il tentativo di blocco delle attività già visto nei giorni precedenti, per poi dirigersi verso l’ingresso dell’autostrada A3.
Nel Nord-Est, la protesta ha colpito direttamente le vie di comunicazione. A Venezia, i manifestanti hanno minacciato il blocco del Ponte della Libertà, unico collegamento con la terraferma. A Vicenza, i cortei hanno bloccato il casello dell’A4, mentre a Trento la tangenziale è stata invasa dai dimostranti. Disagi si sono registrati anche nel porto di Livorno, dove il traffico commerciale è stato paralizzato per ore.
Oltre ai blocchi, la giornata è stata caratterizzata da centinaia di cortei. A Palermo, Firenze, Bari, Perugia, Pisa e Padova, le piazze si sono riempite di cittadini, studenti e lavoratori, uniti dagli slogan “Palestina libera” e dalla richiesta di un immediato cessate il fuoco a Gaza. A Pisa, l’ondata di protesta ha portato anche all’occupazione del Palazzo della Carovana, sede della Scuola Normale Superiore.
La giornata di sciopero ha dimostrato l’alto livello di mobilitazione della società civile italiana rispetto alla crisi in Medio Oriente. La Cgil ha già annunciato che la mobilitazione non si ferma, con un nuovo appuntamento nazionale a Roma il 25 ottobre, ribadendo la volontà di continuare a fare pressione sul governo e sulla comunità internazionale.