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Hamas libera quattro soldatesse israeliane in cambio di 200 detenuti palestinesi

Hamas libera quattro soldatesse israeliane in cambio di 200 detenuti palestinesi

Hamas libera quattro soldatesse israeliane in cambio di 200 detenuti palestinesi

Il 7 ottobre 2023 è stata una data segnata da eventi drammatici, ma ora si apre una nuova pagina di speranza. Hamas ha liberato quattro soldatesse israeliane, Karina Ariev, Daniella Gilboa, Naama Levy e Liri Albag, in cambio del rilascio di 200 detenuti palestinesi dalle carceri israeliane. Questa operazione segna il secondo scambio di prigionieri previsto dall’accordo di cessate il fuoco tra Israele e Hamas, portando a un finale positivo dopo ben 477 giorni di prigionia per le giovani soldatesse, prigioniere dal giorno degli attacchi.

Il contesto dello scambio di prigionieri

L’accordo, purtroppo, ha sollevato polemiche. Il governo israeliano accusa Hamas di non aver rispettato l’intesa, evidenziando la mancata liberazione di Arbel Yehud, un’altra ostaggio ancora in vita, che si trovava nel kibbutz di Nahal Oz. Yehud era stata rapita insieme al fidanzato Ariel Cunio, anch’egli ancora in ostaggio. Le forze israeliane delle IDF hanno già annunciato che pertanto non seguiranno la clausola che prevedeva il ritiro nella metà settentrionale del corridoio di Netzarim al settimo giorno del cessate il fuoco. Questo ritardo ha creato tensioni, poiché nessun accesso al Nord di Gaza sarà garantito ai palestinesi fino al rilascio della donna.

Hamas ha rassicurato che Yehud è viva e sarà liberata il prossimo 1 febbraio, nell’ambito di un terzo scambio di prigionieri. Tuttavia, elementi della Jihad Islamica, che attualmente detiene la donna, hanno affermato che il suo addestramento con le forze spaziali israeliane avrebbero giustificato il suo status di “militare”.

La liberazione delle soldatesse e le reazioni

Il portavoce dell’IDF, Daniel Hagari, ha sollecitato Hamas a rispettare gli accordi, definendo l’evento di oggi come una “cerimonia cinica” orchestrata dai miliziani di Hamas per mettere in scena la liberazione delle soldatesse. Gli israeliani, intanto, hanno dato vita a festeggiamenti in strada per il ritorno delle ragazze, mentre l’atmosfera si è rivelata controllata e organizzata.

Le immagini del rilascio sono state diffuse su TikTok e Telegram, evidenziando un vero e proprio show mediatico. Le forze di sicurezza hanno mantenuto un ordine rigoroso, mentre le telecamere riprendevano la scena in Palestine Square, dove i rappresentanti della Croce Rossa hanno firmato i documenti necessari. La liberazione è culminata con l’arrivo di cinque Suv bianchi, dalle quali sono scese le quattro soldatesse, sorridenti e unite per mano, pronte per tornare a casa.

Dopo una prima visita medica da parte della Croce Rossa, le soldatesse sono state trasferite in Israele, presso la base militare di Re’im, dove hanno potuto riabbracciare i loro genitori. Nonostante la gravità della situazione, le quattro ragazze sono state dichiarate in buone condizioni.

Il futuro incerto del conflitto

Questa situazione riaccende i riflettori sulla questione dei prigionieri e sull’intesa fragile tra Israele e Hamas. Il rilascio di 200 detenuti palestinesi avvenuto oggi include settanta individui già deportati in Egitto, condannati per aver ucciso cittadini israeliani e, secondo i termini dell’accordo, non potranno rientrare a Gaza. L’intera vicenda evidenzia le complessità di un conflitto che continua a mietere vittime e ostaggi da entrambe le parti.

Questo scambio di prigionieri ci ricorda che, nonostante l’umanità e le speranze, il percorso verso la pace e la riconciliazione resta altamente incerto. La liberazione delle soldatesse è un momento giubilare per molte famiglie israeliane, ma nello stesso tempo segna un passo ulteriore in una storia ben più intricata di dolore e resilienza.

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