Vittima delle torture di Almasri denuncia il governo italiano per favoreggiamento
Una grave accusa è emersa dalla testimonianza di una vittima e testimone delle torture perpetrate dal comandante della polizia giudiziaria libica, Osama Almasri. La persona in questione, Lam Magok Biel Ruei, ha sporto denuncia alla procura di Roma contro il Governo italiano, accusando “favoreggiamento” per le condotte dei vertici di governo, in particolare quelle di Nordio, Piantedosi e Meloni. Secondo Biel Ruei, queste autorità hanno permesso al torturatore di sfuggire alla giustizia.
Accuse di Inerzia da parte del Governo Italiano
Nella denuncia, che sarà presto esaminata dai magistrati di piazzale Clodio, si sottolinea l’inerzia del ministro della Giustizia. Il soggetto di questa accusa è stato messo in evidenza per non aver richiesto la custodia cautelare di Almasri, nonostante questi fosse ricercato dalla Corte Penale Internazionale. Inoltre, il decreto di espulsione firmato dal ministro dell’Interno ha facilitato il ritorno di Almasri in Libia, sottraendolo così all’arresto e precludendo qualsiasi possibilità di processo a suo carico.
La situazione risulta ancora più complessa considerando le dinamiche politiche e diplomatiche in gioco. Biel Ruei, attualmente ospite della struttura Baobab Experience, ha posto l’accento sull’importanza della cooperazione tra le autorità italiane e internazionali per garantire la giustizia.
Il Ruolo della Corte Penale Internazionale
Il legale di Biel Ruei ha evidenziato l’esistenza di un comunicato ufficiale della Corte Penale Internazionale risalente al 22 gennaio 2025. Questo documento dimostra chiaramente che le autorità italiane erano state informate riguardo all’emissione di un mandato di arresto contro Almasri. Non solo, ma si sono anche attivamente coinvolte in consultazioni preventive per assicurare l’adeguata implementazione della richiesta di arresto.
In tale comunicato, si precisa che le autorità italiane hanno richiesto di non commentare pubblicamente l’arresto di Almasri, evidenziando quindi la loro consapevolezza riguardo all’operazione eseguita dalla Corte. Questo solleva interrogativi sull’effettivo impegno del Governo italiano nel garantire la giustizia per le vittime di violenze e torture.
La denuncia di Lam Magok Biel Ruei non è solo un atto giuridico, ma rappresenta anche una chiamata all’azione per tutte le vittime di abusi. È fondamentale che le autorità competenti agiscano tempestivamente, garantendo che i torturatori non possano rifugiarsi impunemente nel loro Paese d’origine, ma piuttosto siano chiamati a rispondere delle loro azioni.
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In un contesto di crescenti preoccupazioni riguardo ai diritti umani e alla giustizia, questa situazione sottolinea l’importanza della vigilanza da parte delle autorità e della società civile. Solo attraverso un impegno condiviso sarà possibile prevenire il ripetersi di atrocità e garantire un futuro di giustizia e legalità.