Il restauratore dei Bronzi di Riace smentisce le teorie sul trafugamento
Nel mondo dell’archeologia, i Bronzi di Riace continuano a suscitare un notevole interesse, alimentando teorie e dibattiti sul loro misterioso ritrovamento e sulla loro origine. A fare chiarezza su alcune di queste speculazioni è Cosimo “Nuccio” Schepis, restauratore di lunga esperienza, che ha dedicato gran parte della sua carriera alla salvaguardia di queste straordinarie statue.
### La scoperta dei Bronzi di Riace
Nel 1972, la sorte dei Bronzi cambiò radicalmente grazie a un sub dilettante di nome Stefano Mariottini, che, durante una vacanza a Monasterace, notò un braccio che emergeva dal fondale marino. Mariottini avvisò subito i Carabinieri e il Sovrintendente ai Beni Archeologici della Calabria, il compianto Giuseppe Foti. Da quel giorno, i due guerrieri divennero protagonisti di una straordinaria avventura che li portò al Museo Nazionale della Magna Grecia di Reggio Calabria.
### Il lavoro di restauro
Schepis, che ha lavorato a stretto contatto con l’archeologa Paola Donati, racconta l’intenso lavoro di restauro avviato tra il 2010 e il 2013. In un’ala del Palazzo Campanella, appositamente attrezzata per il restauro, i Bronzi furono sottoposti a un lavoro meticoloso in ambiente controllato. Questo approccio innovativo ha permesso di evitare il rischioso trasloco a Firenze, dove avevano già ricevuto cure in passato.
L’intervento, condotto in un’area microclimatizzata e antisismica, ha visto il team di restauratori impegnato a ripristinare le statue in presenza del pubblico, permettendo ai visitatori di seguire in tempo reale il lavoro di restauro.
### La qualità del restauro
La qualità del lavoro svolto è stata successivamente convalidata dalle ispezioni degli esperti dell’Istituto Centrale del Restauro. Le analisi recenti hanno confermato il buono stato di conservazione dei Bronzi, un risultato che Schepis considera motivo di grande soddisfazione. “La nostra attenzione e le cure minuziose hanno dato frutti”, afferma con orgoglio.
In un’epoca in cui le teorie sul presunto trafugamento dei Bronzi continuano a circolare, Schepis invita tutti a prendere atto dei fatti e del processo di restauro che ha realmente salvaguardato queste opere d’arte. “Lasciamo le speculazioni al mondo del gossip”, conclude, sottolineando l’importanza di un approccio scientifico e documentato ai monumenti del nostro passato.
In sintesi, i Bronzi di Riace non sono solo un simbolo della storia antica, ma rappresentano anche un esempio di come il lavoro di squadra e la passione possano assicurare la loro conservazione per le generazioni future.