La ricerca di giustizia per Willy Monteiro Duarte raggiunge un momento cruciale. La Corte di Cassazione ha emesso una sentenza definitiva che chiude il caso per uno degli imputati e lo riapre per l’altro, in un intricato procedimento che tiene alta l’attenzione dell’opinione pubblica.
La Suprema Corte ha confermato in via definitiva l’ergastolo per Marco Bianchi, riconosciuto come uno dei principali responsabili del pestaggio mortale. Per suo fratello, Gabriele Bianchi, la situazione giudiziaria cambia radicalmente: i giudici della Quinta sezione penale hanno infatti disposto un nuovo processo d’appello, il terzo.
Il nuovo processo per Gabriele Bianchi
Il cuore della decisione della Cassazione riguarda proprio la posizione di Gabriele Bianchi. I giudici hanno accolto il suo ricorso, concentrandosi sulla parte relativa alle circostanze attenuanti generiche. Queste attenuanti, che erano già state riconosciute nel secondo grado di giudizio e che avevano portato a una condanna a 28 anni di reclusione, dovranno ora essere riesaminate.
Il procedimento torna quindi alla Corte d’Appello di Roma, che sarà chiamata a una nuova e approfondita valutazione del trattamento sanzionatorio. Questo non significa un’assoluzione, ma un riesame della pena alla luce degli stessi elementi di condanna.
Un iter giudiziario complesso
La sentenza arriva al termine di un lungo iter giudiziario, che ha visto confermarsi, attraverso le varie fasi, la responsabilità dei fratelli Bianchi nel tragico evento. Il violento pestaggio, avvenuto nella notte tra il 5 e il 6 settembre 2020 a Colleferro, ha privato della vita il ventunenne Willy, scatenando un moto di sdegno e dolore in tutta Italia.
Ora, con l’ergastolo definitivo per Marco Bianchi, una parte di questo doloroso percorso si chiude. Per Gabriele, invece, la strada della giustizia prosegue, con un nuovo capitolo processuale che avrà il compito di definire in modo ancor più preciso la sua posizione e la sua pena, sempre alla luce della gravissima accertata responsabilità nel pestaggio di Willy Monteiro Duarte.
