Cronaca

Auschwitz liberata il 27 gennaio 1945: la testimonianza di Sami Modiano

Auschwitz liberata il 27 gennaio 1945: la testimonianza di Sami Modiano

Auschwitz liberata il 27 gennaio 1945: la testimonianza di Sami Modiano

Il 27 gennaio 1945 segna la data storica della liberazione di Auschwitz, un momento cruciale nella memoria della Shoah. In questo contesto, la voce di Sami Modiano, uno dei pochi sopravvissuti a raccontare la sua esperienza, risuona potente e profonda. Gli eventi di quel giorno, descritti da Modiano, ci offrono una finestra straziante sulla brutalità dell’Olocausto e sull’umanità di coloro che hanno sopportato l’innominabile.

La testimonianza di un sopravvissuto

Sami Modiano descrive i momenti immediatamente successivi all’arrivo dei soldati russi al campo di Auschwitz. “I soldati russi arrivarono al campo, mentre la neve cadeva dal cielo,” ricorda con una lucidità che toglie il respiro. I detenuti, stremati e malati, faticavano a trovare la forza di alzarsi. “Eravamo stravolti, più morti che vivi,” racconta, descrivendo un’atmosfera di scoramento e paura. Niente poteva dare sollievo a quegli uomini e donne, traumatizzati da esperienze inimmaginabili.

Modiano, oggi 95enne, è uno dei pochi testimoni rimasti e continua a lavorare instancabilmente per mantenere viva la memoria della Shoah, in particolare tra i giovani. Anche se quest’anno non parteciperà al viaggio della Memoria con gli studenti, ha recentemente tenuto un incontro in un teatro di Roma, condividendo la sua storia e la sua amicizia con Piero Terracina.

Ricordi di amicizia e solidarietà

Nel libro “Così siamo diventati fratelli”, scritto insieme a Marco Caviglia, Modiano racconta il suo legame con Piero Terracina, deportato a Roma durante il ‘sabato nero’ del 16 ottobre 1943. Insieme, i due ragazzi hanno affrontato gli orrori del campo, sostenendosi l’uno con l’altro in condizioni disumane. “Ci stringevamo, ci facevamo forza, quando le forze non ci sono più,” scrive Modiano, mostrando come la solidarietà possa nascere anche nei momenti più bui.

Una delle immagini più toccanti del loro legame è quando Modiano, consapevole del dolore del padre, riceve l’ultima raccomandazione: “Tu ce la devi fare”. Questa promessa, insieme ai ricordi condivisi, ha tenuto viva la speranza per Modiano anche nei momenti più disperati.

La perdita e la riconnessione

Tuttavia, i due amici si perdono di vista poco prima della liberazione. L’ultima volta che Sami vede Piero è sulla barella di un pronto soccorso, gravemente malato. Per anni, Modiano vive nel dolore della perdita, pensando che Piero fosse morto. Solo 50 anni dopo, in una trasmissione televisiva sulla Memoria, riconosce il suo amico e inizia a raccontare la loro storia di resistenza all’orrore.

Il libro di Modiano è dedicato a Piero, scomparso nel 2019, sottolineando l’importanza di ricordare e condividere esperienze che, sebbene cariche di sofferenza, rappresentano anche un atto di testimonianza fondamentale.

Commemorazioni per la liberazione di Auschwitz

Quest’anno commemorazioni speciali si svolgeranno per celebrare gli 80 anni dalla liberazione di Auschwitz, con la presenza di vari leader europei e personalità di spicco. Gli eventi si svolgeranno davanti alla Porta della Morte e vedranno la partecipazione di importanti rappresentanti delle istituzioni, in onore della memoria delle milioni di vittime, tra cui 1,1 milioni di persone uccise ad Auschwitz. La maggioranza di queste vittime erano ebrei, ma includevano anche polacchi, rom, prigionieri di guerra sovietici e altri.

In un momento di grande importanza storica, la storia di Sami Modiano ci ricorda il valore della memoria e la necessità di tramandare le testimonianze affinché l’orrore dell’Olocausto non venga mai dimenticato.

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