Hamas restituisce i corpi di quattro ostaggi morti in cambio di 620 palestinesi detenuti
Nella giornata segnata dal lutto e dalla rabbia per la tragica scomparsa dei tre Bibas, si è avuta una svolta significativa nel contesto diplomatico tra Hamas e Israele. Oggi, o al massimo domani, il movimento islamista prevede di restituire le salme di quattro ostaggi deceduti durante la loro prigionia, mentre Israele procederà con la liberazione di 620 detenuti palestinesi, un accordo che avrebbe dovuto concretizzarsi già qualche giorno fa. A differenza di altre occasioni, Hamas ha promesso che questa volta non ci saranno spettacolarizzazioni: la consegna avverrà lontano dai riflettori.
Restituzione delle salme e liberazione dei detenuti
I corpi di Tsahi Idan, Ohad Yahalomi, Itzik Elgarat e Shlomo Mantzur “saranno restituiti questa notte”, ha comunicato Hamas. L’Ospedale Europeo di Khan Younis è pronto ad accogliere i detenuti liberati. Questo accordo potrebbe rappresentare un passo verso l’inizio dei negoziati per la seconda fase della tregua. L’inviato americano Steve Witkoff si è mostrato ottimista, affermando che i negoziatori sono già attivi, pur non chiarendo dove avverranno gli incontri, se a Doha o in Egitto.
Nel frattempo, in Israele è stata una giornata di profondo lutto per i funerali di Shiri, Ariel e Kfir Bibas. Migliaia di persone hanno atteso lungo il percorso verso il kibbutz di Nir Oz, in segno di rispetto per i tre feretri. Il colore arancione, simbolo della tragedia legata ai due bambini, ha dominato la scena. Nonostante i funerali siano stati celebrati in forma privata, sono stati trasmessi in diretta streaming, rendendo le emozioni ancora più palpabili.
Le parole di chi è rimasto
Particolarmente toccante è stata la testimonianza di Yarden, marito di Shiri e padre dei bambini, unico sopravvissuto della famiglia. Con il cuore spezzato ha dichiarato: “Mi dispiace di non essere riuscito a proteggervi tutti”, esprimendo un amore incommensurabile per i suoi cari perduti. Al contrario, la sorella di Yarden, Ofri, ha lanciato accuse severe al governo israeliano. “Avrebbero potuto salvarvi, ma hanno preferito la vendetta”, ha affermato, puntando il dito contro il premier Benjamin Netanyahu e il suo esecutivo, chiedendo chiarezza e responsabilità sui fallimenti del passato.
Situazione a Gaza e in Cisgiordania
La tragedia dei Bibas è solo una delle tante storie strazianti in questo conflitto. Una bambina di appena un mese e mezzo è morta di freddo a Gaza, rendendo evidente la gravità della situazione umanitaria. Nella Cisgiordania, la tensione continua a crescere, con cinquanta persone arrestate nelle ultime ore. Philippe Lazzarini, commissario generale di Unrwa, ha parlato di un “capo di battaglia”, facendo riferimento ai gravi incidenti che hanno coinvolto i palestinesi dall’inizio del 2024.
Le prossime settimane potrebbero rivelarsi decisive. Con l’inizio del Ramadan previsto per venerdì, Israele ha già imposto regole severe, che limitano le preghiere alla Spianata delle Moschee per uomini sopra i 55 anni e donne oltre i 50. L’Autorità Nazionale Palestinese ha condannato queste misure come una prevaricazione, alimentando timori sulle possibili ripercussioni di tali decisioni in un clima già teso.