La recente cancellazione del post di condoglianze da parte del governo israeliano per la morte di Papa Francesco ha sollevato un intenso dibattito sia tra i diplomatici israeliani che tra l’opinione pubblica. Questo gesto è stato percepito come una reazione alle critiche che il pontefice ha mosso nei confronti di Israele riguardo al conflitto a Gaza.
Le critiche di Papa Francesco a Israele
Papa Francesco ha spesso condannato le azioni militari israeliane nella Striscia di Gaza, accusando l’esercito israeliano di “crudeltà”. Nonostante i suoi ripetuti appelli per il rilascio degli ostaggi, il pontefice ha sollevato preoccupazioni riguardo la situazione umanitaria a Gaza, paragonando talvolta gli eventi a “genocidio”. Queste dichiarazioni hanno innescato una reazione negativa da parte delle autorità israeliane.
Il mondo diplomatico israeliano ha visto la decisione di cancellare il post di condolianze come una sconfitta imbarazzante. Il messaggio pubblicato sui social media, che esprimeva semplicemente le condoglianze, è stato rimosso poco dopo la sua pubblicazione, suscitando ulteriori polemiche e disapprovazione tra i diplomatici.
Il malcontento tra i diplomatici israeliani
La cancellazione del post ha scatenato una serie di critiche da parte dei diplomatici israeliani, specialmente quelli operanti nei Paesi a maggioranza cattolica. Alcuni ufficiali hanno espresso preoccupazione che questa scelta potrebbe mettere a repentaglio l’immagine di Israele tra i milioni di fedeli cattolici nel mondo. “Abbiamo cancellato un semplice e innocente tweet”, ha osservato un diplomatico, sottolineando che la motivazione era chiaramente legata alle critiche del papa.
Inoltre, l’ordine di rimuovere il messaggio senza fornire spiegazioni ha aumentato la frustrazione tra i diplomatici. “Ci è stato detto che la questione era ‘in fase di revisione'”, ha riferito un ambasciatore israeliano, lamentando la mancanza di chiarezza e comunicazione efficace interna.
La reazione del ministero degli Esteri israeliano
Un portavoce del ministero degli Esteri ha affermato che il post era stato pubblicato per errore e ha specificato che non si intendeva rispondere alle critiche del papa dopo la sua morte. “Rispettiamo i sentimenti dei suoi fedeli”, ha dichiarato l’alto funzionario, cercando di ridimensionare l’incidente.
Alcuni ex diplomatici, come Raphael Schutz, hanno criticato la decisione di non esprimere cordoglio. “Non dovremmo tenere il conto in questo modo dopo la morte di qualcuno”, ha dichiarato, mettendo in luce la necessità di un approccio più umano e compassionevole.
Il dibattito sul futuro dell’immagine di Israele
Il dibattito sulle azioni da intraprendere riguardo alla morte di Papa Francesco ha anche alimentato voci di dissenso all’interno del ministero degli Esteri. Mentre alcuni ritengono che non sia opportuno inviare un rappresentante ai funerali, accusando il papa di aver “alimentato l’antisemitismo”, altre voci avvertono della necessità di mantenere buone relazioni con la Chiesa cattolica.
Con un panorama internazionale sempre più complesso, la gestione di tali eventi è fondamentale per l’immagine di Israele e il suo posizionamento tra le nazioni, specialmente nei confronti di una comunità cattolica così vasta e influente.