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Da oggi, chi sogna di ammirare i tramonti di Santorini o le spiagge bianche di Mykonos dovrà mettere in conto un piccolo sovrapprezzo. Il ministero delle Finanze greco ha introdotto una tassa di 20 euro per i passeggeri delle navi da crociera che sbarcano sulle due isole più iconiche delle Cicladi. Una misura studiata per regolare il turismo di massa e proteggere territori ormai vicini alla saturazione.
Perché una tassa sulle crociere?
La decisione non è casuale: Santorini e Mykonos sono tra le mete più ambite della Grecia, con numeri che negli ultimi anni hanno messo a dura prova infrastrutture e ambiente. Durante l’alta stagione (dal 1° giugno al 30 settembre), le isole affrontano un’invasione di visitatori, molti dei quali arrivano proprio via nave da crociera. I 20 euro – anticipati dalle compagnie e poi addebitati ai turisti – mirano a ridurre gli afflussi e finanziare interventi locali.
Le altre isole greche non sono escluse: per loro è prevista una tassa minore, fissata a 5 euro. “È un passo necessario per preservare il nostro patrimonio”, ha spiegato un portavoce del governo ateniese.
Turismo in Grecia: numeri da record
Il contesto è quello di un boom turistico senza precedenti. Nel 2024, la Grecia ha superato i 40,7 milioni di visitatori, con un +12,8% rispetto al 2023 (dati della Banca di Greciacrociere hanno segnato un +22,4% di ricavi, trasformando il Mar Egeo in una delle rotte più battute al mondo.
Ma il successo ha un rovescio della medaglia: Santorini, con i suoi scorci da cartolina, rischia di pagare il prezzo della popolarità. Strade congestionate, servizi al limite e paesini come Oia presi d’assalto rischiano di snaturare l’esperienza di viaggio.
Cosa cambia per i crocieristi?
Le compagnie di crociera dovranno integrare la nuova tassa nel prezzo del biglietto, senza possibilità di evitarla. Una goccia nel mare rispetto al costo totale della vacanza, ma simbolo di una tendenza globale: sempre più destinazioni – da Venezia a Barcellona – stanno adottando misure per limitare il turismo mordi-e-fuggi.
Per chi ama le Cicladi, però, c’è un’alternativa: optare per isole meno battute come Milos o Naxos, dove la tassa è inferiore e l’autenticità ancora intatta.
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