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Sei mesi dopo l’elezione di Donald Trump, la crisi a Gaza raggiunge livelli senza precedenti, nonostante gli sforzi degli Stati Uniti per fermare il conflitto. Le critiche interne crescono, e persino alcuni alleati di Washington iniziano a chiedere un cambio di strategia. Ma sarà troppo tardi?
Marco Rubio ammette: “Serve un ripensamento”
Il segretario di Stato Marco Rubio ha confessato a porte chiuse ciò che in molti sospettavano: la strategia americana su Gaza non sta funzionando. Durante un incontro con famiglie di ostaggi israeliani, Rubio ha riconosciuto la necessità di un nuovo approccio, come riporta Axios. Il fallimento dei negoziati, l’aggravarsi della crisi umanitaria e l’isolamento internazionale di Israele e USA rendono urgente una svolta.
Intanto, la base Maga inizia a mostrare segni di divisione. Il sostegno incondizionato di Trump al premier Benjamin Netanyahu non convince più tutti, soprattutto di fronte alle immagini di bambini che muoiono di fame. Eppure, finora, il presidente ha evitato pressioni concrete su Israele, anzi: in alcuni casi avrebbe spinto per un’offensiva ancora più dura contro Hamas.
L’operazione militare e il vicolo cieco
Dopo l’ultimo fallimento dei colloqui a Doha, Trump ha dichiarato che Israele deve “finire il lavoro” e “sbarazzarsi di Hamas“. Ma queste parole lasciano dubbi: sono una mossa negoziale o un via libera a Netanyahu per intensificare la guerra? Finora, gli USA hanno concesso carta bianca su operazioni militari, trattative per gli ostaggi e persino sulla gestione degli aiuti umanitari.
Eppure, nonostante il sostegno politico e le armi fornite, Israele non ha ottenuto la vittoria lampo promessa. Anzi, la tregua mediata da Steve Witkoff è stata violata ancora prima dell’insediamento di Trump, e la Casa Bianca ha accettato una strategia frammentaria – rilasci di ostaggi in cambio di brevi pause – che però non ha portato a una soluzione.
Israele e USA sempre più isolati
Oggi, il risultato è chiaro: nessuna via d’uscita credibile dal conflitto, e un crescente isolamento per Netanyahu e Washington. La consapevolezza che la strategia attuale ha fallito è ormai diffusa, ma manca ancora una decisione su come correggere la rotta. Intanto, a Gaza, il disastro umanitario continua a peggiorare.
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