Il Papa a Timor Est invita alla riconciliazione come esempio di pace globale
Papa Francesco ha lanciato un forte appello alla riconciliazione tra Timor Est e l’Indonesia, sperando che questa possa diventare un esempio di pace per il mondo intero. Nel suo primo discorso ufficiale a Dili, il Pontefice ha esortato tutte le parti coinvolte in conflitti a “sostituire l’odio con la riconciliazione” e a promuovere la collaborazione per un futuro migliore. Le sue parole, pronunciate in spagnolo di fronte a rappresentanti delle autorità locali, della società civile e del Corpo diplomatico, pongono un accento particolare sul desiderio di pace e sulla purificazione della memoria.
La storia dolorosa di Timor Est
Francesco ha ricordato la “fase dolorosa” che Timor Est ha attraversato tra il 28 novembre 1975 e il 20 maggio 2002, periodo che segna l’indipendenza proclamata e quella finalmente restaurata. Ha inoltre sottolineato le sfide attuali che il Paese deve affrontare, tra cui l’emigrazione, la povertà e fenomeni sociali allarmanti come l’abuso di alcol tra i giovani, che spesso si uniscono in bande per dare sfogo a una violenza effimera e dannosa.
Troppi bambini soffrono in Timor Est
Un aspetto particolarmente toccante del discorso è stata la menzione dei “tanti bambini e adolescenti offesi nella loro dignità”. Il Papa ha evidenziato come questi abusati non siano solo un problema di Timor Est, ma una piaga che affligge il mondo intero. Ha invitato alla responsabilità collettiva per prevenire ogni forma di abuso, e ha messo in guardia contro i troppi bambini vittime di violenza nel Paese. Un caso emblematico è quello di monsignor Carlos Filipe Ximenes Belo, vescovo premio Nobel nel 1996, che è stato accusato di abusi sessuali su minori per oltre vent’anni.
Le reazioni alla visita del Papa
La Congregazione per la Dottrina della Fede ha iniziato a occuparsi del caso di Belo nel 2019, imponendogli restrizioni nel 2020 che hanno incluso limitazioni ai suoi movimenti e al suo ministero, oltre al divieto di contatto con minori. Tali restrizioni sono state ulteriormente rinforzate nel 2021, portando infine al suo ritiro in Portogallo.
La visita di Papa Francesco è stata accolta con entusiasmo dal presidente José Ramos-Horta, che ha definito l’evento “storico”. Egli ha esortato il Pontefice a continuare a ispirare l’umanità lungo le vie della pace e della fraternità. Un legame speciale è stato tracciato con la storica visita di Giovanni Paolo II nell’ex colonia portoghese.
L’accoglienza del popolo timorese
La partecipazione del popolo timorese è stata calorosa: migliaia di persone si sono riversate in strada per dare il benvenuto al Papa appena sceso dall’aereo. La popolazione di Timor Est è per il 98% cattolica, e le parole di Francesco hanno toccato profondamente il cuore di una nazione che ha conosciuto momenti difficili. Il Pontefice, parlando alle autorità, ha esortato tutti a “prendersi cura del proprio popolo”, evidenziando il coraggio e la speranza dimostrati in un periodo così drammatico della loro storia.
La visita di Papa Francesco a Timor Est rappresenta un’opportunità per riflettere sulla riconciliazione e sulla costruzione di un futuro di pace. In un mondo segnato da conflitti, la storia di questa piccola nazione può diventare un faro di speranza per tutti coloro che desiderano un cambiamento positivo e duraturo.