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Lapid respinge un governo di unità nazionale in Israele e critica Netanyahu

Lapid respinge un governo di unità nazionale in Israele e critica Netanyahu

Lapid respinge un governo di unità nazionale in Israele e critica Netanyahu

In Israele, la possibilità di un governo di unità nazionale sta sollevando accese discussioni, mentre il paese affronta un periodo di stallo nei negoziati e manifestazioni diffuse che chiedono di riportare a casa i 101 ostaggi ancora prigionieri a Gaza. Il presidente Isaac Herzog ha fatto un appello urgente affinché il sistema politico si unisca per sostenere la liberazione degli ostaggi. Tuttavia, Yair Lapid, leader dell’opposizione e capo del partito Yesh Atid, ha fermamente chiuso la porta a questa proposta, accusando Benjamin Netanyahu di non essere interessato a una tale alleanza.

La proposta di un governo di unità

Lapid ha denunciato l’atteggiamento di Netanyahu, affermando che non esiste alcuna proposta concreta da parte del premier per un governo di unità nazionale. “Ho proposto un governo di unità il pomeriggio del 7 ottobre”, ha enfatizzato Lapid, sottolineando di aver sollecitato l’ex alleato oltre trenta volte da allora. Nonostante consideri Netanyahu “il peggior primo ministro possibile in questo momento”, ha ribadito la sua disponibilità a collaborare, a condizione che i ministri dell’estrema destra, Itamar Ben-Gvir e Bezalel Smotrich, vengano esclusi dal governo.

Lapid ha chiarito che la presenza di Ben-Gvir e Smotrich è una scelta consapevole di Netanyahu, motivata da interessi legati alle sue questioni legali. Secondo Lapid, è fondamentale che il pubblico comprendere che il premier si avvale di questi partner per sostenere la propria posizione politica. Inoltre, ha aggiunto che Netanyahu ha risposto alle sue reiterate proposte con “disprezzo e indifferenza”.

La posizione di Shas e le pressioni per un accordo

Un fattore che potrebbe influenzare la proposta di un governo di unità nazionale è il partito Shas, noto per il suo orientamento ultraortodosso. Secondo fonti, Shas sta cercando di limitare l’influenza di Ben-Gvir all’interno del governo, ritenendolo un elemento problematico per il dialogo su un accordo riguardante gli ostaggi. La pressione è cresciuta ultimamente da parte del Forum dei familiari degli ostaggi, che ha criticato duramente la gestione di Netanyahu e ha chiesto a Shas e al partito United Torah Judaism di prendere una posizione più decisa.

Una voce interna a Shas ha affermato che chi desidera il meglio per gli ostaggi deve sostenere ogni sforzo per la loro liberazione, non come un sostegno a Netanyahu, ma per il bene del paese. La situazione rimane tesa, poiché le divergenze interne alla coalizione di governo rendono difficile trovare un terreno comune.

Le difficoltà della coalizione di governo

Gli ex alleati politici di Netanyahu, come Avigdor Lieberman, si sono dichiarati contrari a qualsiasi aiuto per il primo ministro. Anche Benny Gantz, ex ministro della Difesa, si sta riprendendo dall’esperienza governativa e si mostra scettico nei confronti del premier. Tuttavia, all’interno del suo partito, Unità Nazionale, ci sono membri convinti che un governo di unità possa essere l’unica soluzione per affrontare le attuali crisi, specialmente considerando la stabilità politica necessaria.

Il deputato Matan Kahana ha espresso opinioni favorevoli all’idea di un governo allargato, sostenendo che senza la possibilità di rovesciare la coalizione attuale, l’unico modo per salvaguardare l’interesse del paese sia quello di creare un governo unitario fino alle prossime elezioni. Tuttavia, è consapevole che Netanyahu preferisca l’appoggio di Ben-Gvir e Smotrich rispetto a quello di Lapid e Lieberman, che spingono per le elezioni anticipate.

In conclusione, il futuro politico di Netanyahu appare incerto, poiché la sua gestione della crisi attuale e le conseguenze delle sue scelte potrebbero avere un impatto significativo nelle prossime elezioni, qualora la situazione non migliori.

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