Cronaca

La stretta di Schillaci contro le aggressioni ai medici: arresto in flagranza di reato

La stretta di Schillaci contro le aggressioni ai medici: arresto in flagranza di reato

La stretta di Schillaci contro le aggressioni ai medici: arresto in flagranza di reato

Il ministro della Sanità, Orazio Schillaci, ha annunciato nuove misure per combattere il preoccupante fenomeno delle aggressioni ai sanitari. Durante un incontro con i rappresentanti degli Ordini professionali e il sottosegretario Marcello Gemmato, Schillaci ha proposto l’introduzione dell’arresto in flagranza di reato anche differita come strumento fondamentale per tutelare coloro che, ogni giorno, operano nel settore sanitario e sono spesso vittime di violenza.

Misure già attuate e necessità di un cambiamento

Il ministro ha ricordato che, già lo scorso anno, il governo era intervenuto aumentando le pene per coloro che commettono violenze nei confronti degli operatori sanitari, introducendo anche la procedibilità d’ufficio. Nonostante tali misure, i recenti episodi di cronaca suggeriscono che queste azioni non sono state sufficienti per arginare il problema. Schillaci ha dichiarato: “È tempo di accelerare e trovare strumenti più efficaci per contrastare questo fenomeno inaccettabile.”

In aggiunta, il ministro ha evidenziato come l’aumento dei posti di polizia nelle strutture sanitarie, registrato nell’ultimo anno, rappresenti un passo importante da parte del governo. Tuttavia, ha sottolineato che è necessario un cambiamento culturale profondo in grado di sostenere queste misure; è inaccettabile che chi lavora per assistere e curare la popolazione possa essere aggredito verbalmente o fisicamente.

Il supporto degli Ordini professionali

Filippo Anelli, presidente della Federazione Nazionale degli Ordini dei Medici Chirurghi e Odontoiatri (Fnomceo), ha accolto con favore la proposta dell’arresto in flagranza differita. Anelli ha ringraziato il governo e i ministri coinvolti per l’impegno mostrato nei confronti di una problematica così delicata, che ha portato molti operatori a considerare la dimissione a causa della crescente insicurezza sul posto di lavoro.

In questo contesto, Anelli ha invitato il governo a tradurre rapidamente questo impegno in un decreto legge che stabilisca misure operative e normative urgenti per garantire la sicurezza degli operatori sanitari. Tra le proposte espresse, ci sono sistemi di videosorveglianza e procedure chiare per il controllo degli accessi nelle strutture sanitarie.

Un passo avanti nella tutela dei sanitari

La questione delle aggressioni ai medici è diventata un’emergenza di salute pubblica in Italia. La sensibilità dimostrata dal governo e l’impegno in un dialogo aperto con le categorie professionali sono segnali di una volontà di affrontare seriamente la situazione. La combinazione di misure legislative, pratiche di sicurezza, e un cambiamento della mentalità sociale è vista come fondamentale per garantire che chi serve la comunità non debba preoccuparsi della propria sicurezza.

In conclusione, l’introduzione dell’arresto in flagranza di reato è un passo significativo nella lotta contro la violenza nei confronti degli operatori sanitari. Con il coinvolgimento del governo e la pressione delle associazioni professionali, si spera che il clima di lavoro nelle strutture sanitarie possa migliorare, permettendo ai medici e agli infermieri di esercitare la loro professione in un ambiente più sicuro e dignitoso.

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