Il 24 settembre 1880, Giuseppe Garibaldi, figura iconica della storia italiana, si dimette ufficialmente dal suo incarico di deputato. Con una lettera aperta ai suoi elettori del 1° collegio di Roma, Garibaldi esprime il suo rammarico per la rinuncia al suo ruolo di rappresentanza: “È con dolore ch’io devo rinunziare a rappresentarvi nel parlamento – scrive – Coll’anima sarò con voi fino alla morte […] Tutt’altra Italia io sognava nella mia vita”. Questa missiva, divenuta storica, è stata recentemente condivisa sui profili social della Camera dei Deputati, evidenziando la sua rilevanza ancora oggi.
Garibaldi, insieme a Felice Cavallotti, è uno dei principali promotori del suffragio universale, una lotta che all’epoca era ancora marginale all’interno del Parlamento. Nella sua lettera, l’Eroe dei Due Mondi sottolinea l’importanza di un sistema elettorale che permetta a tutti i cittadini di avere voce in capitolo. “Al suffragio universale e non ai voti di pochi privilegiati”, afferma, “si addice il compito di mandare a rappresentarla uomini che possano e vogliano fare la grandezza e la prosperità della gran patria Italiana”.
Accanto alla lettera aperta, Garibaldi invia anche un documento formale di dimissioni al Presidente della Camera, conservato ancora oggi nella collezione di autografi della Biblioteca Nilde Iotti. Nonostante la sua richiesta, l’Assemblea parlamentare decide di non accoglierla immediatamente. In risposta, approva la proposta del deputato Giovanni Nicotera, già vicino a Garibaldi in diverse campagne, di concedere all’Eroe dei Due Mondi un congedo di tre mesi.
La salute di Garibaldi è già compromessa e, in un contesto di fragilità fisica, il grande condottiero si spegnerà a Caprera il 2 giugno 1882. Le sue dimissioni dal Parlamento non rappresentano solamente un gesto politico, ma anche un forte messaggio di appartenenza e dedizione verso una Italia che sognava più inclusiva e prospera.
Questa lettera di Garibaldi non è solo un documento storico, ma un richiamo alla responsabilità di ogni cittadino nel partecipare attivamente alla vita politica del paese, affinché la grandezza della patria possa essere realizzata attraverso la voce di tutti. La sua figura continua a ispirare generazioni, rendendolo un simbolo di libertà e giustizia sociale.