Aborto: medici rispondono a Papa Francesco su obiezione di coscienza e legge 194
Negli ultimi giorni, le dichiarazioni di Papa Francesco sull’aborto hanno suscitato ampie reazioni nel panorama medico e politico italiano. Il Pontefice ha definito l’aborto “un omicidio” e i medici che praticano questa procedura “sicari”. A queste parole ha risposto con fermezza Filippo Anelli, presidente della Federazione Nazionale degli Ordini dei Medici Chirurghi e degli Odontoiatri (FNOMCeO), ribadendo l’importanza della legge 194/78, che regola l’interruzione volontaria di gravidanza in Italia.
La posizione della FNOMCeO
Il presidente Anelli ha affermato che i medici sono sempre al servizio delle persone in difficoltà e sostengono la legge 194, che garantisce la salute e la dignità della donna. Anelli ha sottolineato come i medici possano avvalersi dell’obiezione di coscienza, una scelta personale che non deve portare a giudizi né discriminazioni. “Comprendiamo le ragioni del Santo Padre”, ha detto Anelli, riconoscendo le radici religiose delle affermazioni del Pontefice.
L’approccio dei medici deve essere incentrato sulla sensibilità e sulla vicinanza alle donne. Questo implica un rispetto profondo per le loro scelte e una considerazione della loro dignità umana. Anelli ha quindi affermato che la legge 194 è uno strumento legislativo che deve essere rispettato e applicato da tutti i cittadini, inclusi i professionisti medici.
Il contributo delle professioniste della salute
Donatella Albini, responsabile sanità di Sinistra Italiana e medico con anni di esperienza, ha risposto alle parole del Papa attraverso un post sui social media. Ha dichiarato: “Io non sono una sicaria”; al contrario, ha sempre praticato la legge 194 con attenzione e professionalità. Albini ha enfatizzato l’importanza di rispettare e prendersi cura della autodeterminazione delle donne, ricordando che ogni scelta deve essere presa nel contesto del rispetto e della dignità.
Le reazioni sindacali e politiche
Le parole del Papa hanno anche suscitato reazioni da parte della CGIL nazionale e della Funzione Pubblica CGIL, che hanno ricordato il diritto all’aborto libero e sicuro, elemento cardine della legge 194. “A distanza di 46 anni dalla sua entrata in vigore, l’interruzione volontaria di gravidanza è ancora un percorso a ostacoli per molte donne”, hanno dichiarato. Il sindacato ha ribadito l’importanza di una scelta libera e consapevole, contrastando ogni forma di colpevolizzazione nei confronti di chi lavora per attuare questa legge.
In conclusione, la CGIL ha sottolineato nuovamente il valore della professionalità e della deontologia dei medici, evidenziando il loro ruolo fondamentale nella cura e protezione della salute delle donne.
Richieste di intervento governativo
Carla Taibi, tesoriera di +Europa, ha espresso la sua delusione per l’assenza di una risposta del ministro della salute Schillaci in favore della laicità del sistema sanitario. Ha definito inaccettabile il silenzio del governo di fronte a affermazioni così pesanti. “È fondamentale garantire un accesso sicuro e gratuito all’aborto”, ha concluso Taibi, annunciando l’adesione all’Iniziativa dei Cittadini Europei “My Voice My Choice” per tutelare i diritti delle donne.
Le reazioni alle parole del Papa evidenziano la necessità di un dialogo aperto e rispettoso su temi così delicati come l’aborto, un diritto sancito dalla legge italiana e al centro delle battaglie per la salute e la libertà delle donne.