La Sardegna si mobilita contro la speculazione sulle energie rinnovabili
In una mattina densa di emozioni e determinazione, la città di Cagliari è diventata il palcoscenico di una manifestazione senza precedenti. La folla si è radunata attorno al palazzo del Consiglio regionale per supportare la proposta di legge Pratobello 2024, un’iniziativa che mira a combattere la speculazione energetica in Sardegna. Con tamburi e canti che rievocano tradizioni antiche, i manifestanti hanno consegnato plichi infiocchettati contenenti 210.729 firme, simbolo di una lotta collettiva per tutelare l’ambiente.
Un evento simbolico per il popolo sardo
La cerimonia è stata caratterizzata da forti connotazioni emotive, con la consegna dei plichi ai consiglieri regionali che ha segnato un momento clou della manifestazione. I partecipanti hanno creato una catena umana per passarsi le scatole con le firme, enfatizzando così l’importanza del coinvolgimento civico. I palloncini arancioni, utilizzati per rappresentare il numero delle firme, sono stati successivamente regalati ai presenti, contenendo semi antichi che simboleggiano la crescita e il futuro del territorio.
Circa ottanta sindaci hanno partecipato all’incontro, ma molti di loro hanno scelto di non indossare le fasce tricolori, un atto simbolico di protesta nei confronti del governo italiano. Pasquale Mereu, sindaco di Orgosolo, ha rilasciato dichiarazioni forti, chiedendo alla Regione di aprire un conflitto istituzionale per la gestione delle energie rinnovabili.
Cosa prevede la proposta di legge Pratobello 2024
I promotori della proposta di legge non sono convinti che la legge regionale 5, approvata a luglio e impugnata dal governo, possa offrire una soluzione adeguata. Questa legge cerca di bloccare l’installazione di nuovi impianti per un massimo di 18 mesi, ma non si applica a quelli già autorizzati o in costruzione. Le preoccupazioni riguardano una potenza complessiva di quasi 55 gigawatt per nuovi progetti, una quantità sufficiente per soddisfare il fabbisogno di 50 milioni di abitanti.
Il decreto sulle aree idonee del 21 giugno ha fissato un obiettivo per la Sardegna di 6,2 GW. I timori che la proposta di legge Pratobello 2024 possa subire un impugnazione da parte del governo sono reali, ma la manifestazione di oggi è un chiaro segnale della volontà dei sardi di avere il controllo sulla transizione energetica. Gli abitanti della Sardegna non vogliono più subire le imposizioni di grandi progetti che potrebbero deturpare il loro paesaggio. La volontà collettiva è quella di proteggere l’ambiente e assicurare uno sviluppo sostenibile in armonia con il territorio.
In conclusione, la mobilitazione di Cagliari è un chiaro esempio di come i cittadini possano unirsi per difendere i propri diritti e le proprie terre. La lotta contro la speculazione sulle energie rinnovabili si fa dunque portatrice di una speranza per un futuro in cui il rispetto per l’ambiente e le scelte della comunità prevalgano sulle logiche del profitto.