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L’espulsione discutibile di Bruno Fernandes e il futuro del Var nel calcio inglese

L'espulsione discutibile di Bruno Fernandes e il futuro del Var nel calcio inglese

L’espulsione discutibile di Bruno Fernandes e il futuro del Var nel calcio inglese

Un episodio controverso ha scosso il mondo del calcio inglese durante la partita tra il Manchester United e il Tottenham, terminata con una sconfitta pesante per i ‘Red Devils’ con un punteggio di 3-0. Bruno Fernandes, centrocampista del Manchester United, è stato espulso dall’arbitro Chris Kavanagh per un intervento considerato pericoloso su James Maddison, suscitando un acceso dibattito sull’uso del Var e sulla sua efficacia. Questo caso riporta in primo piano la questione: è il Var davvero uno strumento utile per il calcio, o si è trasformato in un’aggravante?

L’episodio contestato

Durante il match, Fernandes è scivolato entrando in modo scomposto su Maddison, alzando leggermente la gamba. Sebbene il gesto fosse scoordinato, molti osservatori, compreso lo stesso Maddison, hanno sottolineato che non era un intervento violento e non meritava un cartellino rosso. Tuttavia, l’arbitro Kavanagh, vicino all’azione, non ha esitato ad estrarre il cartellino rosso, ritenendo che ci fosse una chiara pericolosità nell’azione. Ancora più sorprendente è stata l’assenza di intervento da parte del Var, con l’arbitro di supporto, Peter Banks, che ha deciso di non intervenire, ritenendo che non ci fossero le condizioni per ribaltare la decisione.

Dopo l’espulsione, la commissione disciplinare della federazione inglese ha dato torto all’arbitro, accogliendo il ricorso del Manchester United e annullando la squalifica di Fernandes. Questo ha sollevato interrogativi sul sistema di verifica video e sulla capacità del Var di migliorare le decisioni arbitrali sul campo.

Il dilemma del Var

L’episodio di Fernandes ha evidenziato il cosiddetto “spazio grigio” nel quale opera il Var. Questa tecnologia, nata per ridurre gli errori arbitrali, si è rivelata spesso impotente in situazioni in cui le decisioni appaiono corrette inizialmente, ma si dimostrano errate nel giudizio successivo. Questo mette in discussione l’efficacia del Var e il suo obiettivo principale, ovvero diminuire il margine di errore degli arbitri. Nonostante i progressi, l’illusione di decisioni “oggettivamente” corrette rimane, rivelandosi spesso una mera utopia.

Inoltre, il sistema del Var ha cambiato la vita dei tifosi, sia allo stadio che a casa. Le attese interminabili per le decisioni arbitrarie possono trasformare l’esperienza del tifo in un’agonia, con recuperi estenuanti e tensione che aumenta in modo insostenibile.

Un futuro incerto per il Var

Il dibattito sul Var non è nuovo e, ad esempio, nel giugno scorso, i club di Premier League sono stati invitati a esprimere la loro opinione sulla continuazione o l’abolizione del sistema. Solo il Wolverhampton ha avuto il coraggio di chiedere un ritorno a un calcio più autentico, privo di questa tecnologia perfettibile. Alla luce degli eventi recenti, è lecito chiedersi come si esprimerebbero oggi gli altri club, inclusi quelli italiani, riguardo alla tecnologia nel calcio.

Infine, è importante riflettere su quanto possa essere vantaggiosa la tecnologia. Sebbene presenta indubbi vantaggi, come la possibilità di monitorare e rivedere le azioni, a volte è meglio lasciare spazio all’imperfezione umana, tipica del calcio. Se errore deve essere, è sempre preferibile che sia causato da un arbitro, simbolo della fallibilità umana, piuttosto che da un sistema informatico teso alla perfezione.

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