Cosa fanno i militari italiani in Libano nella missione Unifil
L’Italia ha un ruolo attivo e significativo nella missione di interposizione dell’ONU in Libano, conosciuta come Unifil (United Nations Interim Force in Lebanon). Questa operazione ha come obiettivo fondamentale il monitoraggio della cessazione delle ostilità e il supporto delle forze armate libanesi, nonché il rispetto della Blue Line, la linea che segna il confine tra Israele e Libano. Con circa 1.200 militari attualmente in servizio, l’Italia contribuisce in modo sostanziale a questa missione, che ha avuto origine da una Risoluzione del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite nel 1978.
La missione Unifil e il suo contesto
La missione Unifil è stata istituita per rispondere all’invasione del Libano da parte di Israele e, nel corso degli anni, ha visto diversi aggiornamenti e proroghe, l’ultima delle quali è stata deliberata nel luglio del 2006 a seguito di una escalation delle tensioni. In quell’occasione, un attacco di Hezbollah alle forze di difesa israeliane ha portato a una reazione militare che ha scatenato un conflitto di 34 giorni. Questo evento ha reso necessaria una nuova risoluzione, la numero 1701, che ha segnato l’inizio della seconda fase della missione.
Attualmente, l’operazione italiana in Libano è conosciuta come “Leonte”. Il contingente italiano è principalmente composto da militari della Brigata Granatieri di Sardegna, con una pianificazione delle risorse che include una varietà di assetti nazionali. Il Comando del Settore Ovest, situato nella base di Millevoi a Shama, è il cuore operativo di questa missione.
Composizione e attività della Joint Task Force
La Joint Task Force italiana comprende diverse unità, tra cui un Centro amministrativo d’intendenza e un’unità di supporto operativo, entrambe dislocate nella base di Shama. Un’altra componente fondamentale è la task force di manovra Italbatt, che opera dalla base di Al Mansouri, collaborando con i Battle Groups di altre nazioni per il monitoraggio e la sicurezza della Blue Line e delle aree del sud del Libano.
In aggiunta, il contingente nazionale si avvale anche della polizia militare dei Carabinieri e di una componente dell’Aviazione dell’Esercito. Accanto a Unifil, è presente anche la Missione bilaterale italiana in Libano (Mibil), che si inserisce nel quadro delle iniziative dell’International Support Group for Lebanon (Isg). Quest’ultima mira a sostenere il Libano, duramente provato a causa del conflitto siriano, attraverso assistenza sociale ed economica.
Obiettivi e programmi di formazione
L’impegno dell’Italia non si limita solo alla sicurezza. Esso prevede anche l’implementazione di programmi di formazione e addestramento per le forze di sicurezza libanesi. In questo contesto, è prevista la creazione di un Centro di addestramento nel sud del Libano, il che rappresenta un passo significativo verso il rafforzamento delle capacità locali.
Attualmente, l’Italia ha autorizzato un massimo di 160 militari per queste operazioni, insieme a mezzi terrestri e navali, per garantire un supporto costante e efficace al Libano. La missione Unifil, con il contributo dell’Italia, è cruciale per mantenere la stabilità e la sicurezza nella regione, dimostrando l’impegno continuo del nostro Paese a favore della pace e della cooperazione internazionale.