Unifil denuncia irruzione dell’IDF nella base in Libano, risposta di Tel Aviv
Il recente episodio di tensione tra Israele e il Libano ha sollevato preoccupazioni internazionali. Il Premier israeliano, Benjamin Netanyahu, ha richiesto all’Onu di mettere in sicurezza i caschi blu in Libano, dopo che cinque di loro sono stati feriti dal fuoco israeliano. Negli stessi giorni, le forze israeliane hanno effettuato un’irruzione in una base dell’Unifil, l’operazione di pace delle Nazioni Unite nel paese.
Richiesta di evacuazione
In un comunicato formale, Netanyahu ha esortato il segretario generale dell’Onu, Antonio Guterres, a ritirare l’Unifil dalle “roccaforti di Hezbollah” per preservare la vita dei peacekeeper. Il premier israeliano ha accusato l’Onu di rendere i soldati Unifil ostaggi di Hezbollah, sottolineando che la continua presenza dell’Unifil in aree di conflitto aumenta il pericolo sia per i caschi blu che per le forze israeliane.
Allo stesso tempo, Netanyahu ha rimarcato che l’esercito israeliano sta compiendo sforzi significativi per distruggere quelle che ha definito “roccaforti di Hamas” nella regione di Jabalia.
Irruzione dell’IDF e conseguenze
Nel corso di un’operazione, due carri armati Merkava dell’IDF hanno forzato l’ingresso di una base dell’Unifil a Ramyah, secondo quanto riportato dalla stessa forza di pace. In un resoconto dettagliato, l’Unifil ha comunicato che i soldati israeliani hanno distrutto il cancello della base, chiedendo ripetutamente di spegnere le luci. Dopo circa 45 minuti, durante i quali sono stati lanciati colpi di arma da fuoco nelle vicinanze, quindici peacekeeper hanno riportato irritazioni cutanee e reazioni gastrointestinali a causa del fumo tossico disperso.
L’invasione della base è stata denunciata come una violazione delle norme internazionali e della risoluzione 1701 del Consiglio di Sicurezza dell’Onu, che garantisce la libertà d’azione ai peacekeeper.
La posizione di Tel Aviv
In risposta alle accuse, le forze armate israeliane hanno giustificato l’irruzione nella base dell’Unifil come necessaria per evacuare soldati feriti. Secondo l’IDF, non vi era alcuna minaccia per i caschi blu durante l’incidente e le manovre sono state svolte in coordinamento con l’Unifil. Le autorità israeliane hanno definito i colpi sparati come errori, promettendo un’indagine sulle circostanze dell’accaduto.
Reazioni internazionali e italiane
La questione ha suscitato reazioni in Italia, dove il presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, ha telefonato a Netanyahu per esprimere la propria preoccupazione. Meloni ha descritto l’attacco ai peacekeeper come “inaccettabile”, sottolineando l’importanza della loro missione per la stabilità nella regione. Ha ribadito l’impegno dell’Italia per garantire la sicurezza del personale Unifil e per una de-escalation del conflitto.
Anche il ministro della Difesa italiano, Guido Crosetto, ha condannato l’incidente, definendolo un atto inaccettabile che compromette la missione di pace dell’Unifil. Crosetto ha già contattato il suo omologo israeliano per discutere le misure necessarie per prevenire ulteriori episodi di violenza.
Con questi eventi, la tensione tra Israele e Libano continua a crescere, lasciando aperte molte questioni sulla sicurezza dei peacekeeper e sulla stabilità della regione.