Ritrovato morto il webmaster di Charlie Hebdo, sopravvissuto all’attentato del 2015
Il 7 gennaio 2015, una data che segna un prima e un dopo nella storia della libertà di espressione in Francia, quando due terroristi islamici, i fratelli Kouachi, fecero irruzione nella redazione del settimanale satirico Charlie Hebdo. In quella tragica occasione, vennero uccise 12 persone e 11 furono ferite. Tra i feriti c’era Simon Fieschi, il webmaster della testata, che, nonostante una grave ferita alla colonna vertebrale, riuscì a sopravvivere. Tuttavia, a quasi dieci anni di distanza, il suo corpo è stato recentemente rinvenuto senza vita in una stanza d’hotel a Parigi. La procura sta ora indagando sulla causa della sua morte, senza escludere alcuna ipotesi.
La lotta di Simon Fieschi
Simon Fieschi, quarantenne al momento della sua morte, ha vissuto anni segnati da profondi dolori fisici e psicologici, dovuti all’attentato. A seguito del colpo subito, ha perso 7 centimetri di altezza e ha affrontato una vita di sfide post-traumatiche. Nel 2020, durante il processo contro l’unico responsabile dell’attentato ancora in vita, Peter Cherif, Fieschi si presentò in aula, testimoniando riguardo ai traumi che lo perseguitavano.
“Quando il corpo viene colpito in modo così grave, il crollo psicologico non è immediato. Arriva più tardi, una volta che lo stato fisico si stabilizza”, dichiarò. Nonostante le sue difficoltà, chiarì di non aver mai sofferto di depressione, ma di essere costantemente in una fase di trauma.
Un trauma che dura per sempre
Fieschi era nella posizione di poter raccontare la sua esperienza unica e, sebbene gravi lesioni gli impedissero di vivere normalmente come prima, la sua determinazione era evidente. “Inizialmente, ero completamente paralizzato e ho trascorso otto mesi in ospedale e poi una riabilitazione continua”, raccontò. A causa dell’incidente, ha perso l’uso del pollice, un’impedimento che ha complicato la sua vita quotidiana.
“Non posso più mostrare il dito medio, a volte mi prude”, aggiunse, dimostrando lo spirito ironico che caratterizzava la sua vita prima dell’attentato.
La reazione della comunità
La morte di Simon Fieschi ha suscitato una reazione profonda in seno alla comunità di Charlie Hebdo. L’allora presidente della Repubblica, François Hollande, ha espresso il suo affetto nei confronti della famiglia di Fieschi, evidenziando come le cicatrici invisibili continuino a persistere anche anni dopo l’evento traumatico. “Non dimenticherò mai Simon”, scrisse su X.
Fieschi era un personaggio affascinante, amante della musica di Keith Jarrett, del fumetto “Gaston Lagaffe” e del filosofo Emil Cioran. Negli ultimi anni, ha anche tenuto incontri nelle scuole, condividendo la sua storia e parlando del suo “senso di colpa del sopravvissuto”. La redazione di Charlie Hebdo ha descritto Fieschi come un “divertente, vivace, instancabile difensore della libertà”.
La sua vita è stata un esempio di resilienza e determinazione nonostante le sfide affrontate, simboleggiando lo spirito di chi lotta per la libertà di espressione, anche di fronte all’orrore. La sua eredità continuerà a vivere non solo nei ricordi dei suoi cari, ma anche nella lotta eterna per i diritti umani e la libertà di stampa.