Dalla scomparsa al processo: le tappe della tragica vicenda di Giulia Cecchettin
Il caso di Giulia Cecchettin ha sconvolto l’Italia e ha messo in luce temi drammatici e complessi legati alla violenza di genere. Così come il suo percorso tragico, che ha portato dalla scomparsa al processo, ha messo in evidenza non solo il dolore di una famiglia, ma anche le ingiustizie di una società che deve affrontare la violenza. La sua storia è quella di una giovane promessa, di appena 22 anni, la cui vita è stata tragicamente spezzata.
La scomparsa di Giulia
Il 12 novembre 2023, Gino Cecchettin si presenta dai carabinieri di Vigonovo per denunciare la scomparsa della figlia Giulia. La giovane, studentessa di ingegneria biomedica, non era rincasata dopo una serata trascorsa con l’ex fidanzato Filippo Turetta. I familiari riferiscono che Giulia era uscita per comprare un vestito per la discussione della sua tesi, ma il suo telefono risulta spento. Viene escluso un allontanamento volontario, considerando gli impegni imminenti della ragazza.
Le indagini rivelano che Giulia aveva recentemente chiarito a Filippo di non volere più avere contatti con lui, specificando di sentirsi oppressa dalla sua presenza, e il ragazzo le aveva chiesto di lasciarlo in pace.
Il ritrovamento del corpo
Il 18 novembre, una settimana dopo la denuncia di scomparsa, il corpo di Giulia viene ritrovato in un anfratto roccioso a Piancavallo, in provincia di Pordenone. La vittima presenta 75 ferite da coltello, a testimonianza della brutalità dell’atto. Accanto al corpo, viene rinvenuto un libro per bambini, un regalo rifiutato da Giulia durante un litigio con Filippo.
Il ritrovamento segna un momento drammatico, non solo per la famiglia, ma anche per tutta la comunità, scossa da una violenza che sembrava lontana.
L’arresto di Filippo Turetta
Lo stesso giorno del ritrovamento, le forze dell’ordine fermano Filippo Turetta, che si trovava a bordo della sua auto lungo l’autostrada A9 in direzione Monaco. Con un comportamento sospetto, alza le mani e confessa l’omicidio ai poliziotti tedeschi. Questo arresto segna un passo importante nel lento tentativo di giustizia per Giulia.
Il processo per omicidio
Il 23 settembre dell’anno successivo inizia il processo davanti alla Corte d’Assise di Venezia. Turetta, davanti ai giudici, non si oppone alle accuse e riconosce di aver ucciso Giulia, motivando il suo gesto con una serie di conflitti emotivi e frustrazioni legate alla loro relazione. Il pubblico ministero richiede l’ergastolo, ma la difesa contesta le aggravanti, cercando di minimizzare l’evento.
Il caso di Giulia Cecchettin non è solo una triste cronaca nera, ma un grido di allerta e un invito a riflettere sulla lotta contro la violenza di genere. I genitori, in particolare il padre Gino, hanno chiesto un cambiamento sociale, esortando ognuno a contribuire a una cultura di rispetto e consapevolezza, affinché tragedie come questa non si ripetano mai più.