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L’aumento allarmante della pena di morte per donne in Iran nel 2024

L'aumento allarmante della pena di morte per donne in Iran nel 2024

L’aumento allarmante della pena di morte per donne in Iran nel 2024

Nel 2024, le autorità iraniane hanno eseguito almeno 31 giustiziali nei confronti di donne, un numero mai registrato prima, secondo l’organizzazione non governativa Iran Human Rights (IHR). Questo drammatico incremento evidenzia la brutalità e l’ineguaglianza di genere radicate nel sistema giudiziario della Repubblica islamica. Il direttore di IHR, Mahmoud Amiry-Moghaddam, afferma che tali esecuzioni testimoniano la natura disumana della pena di morte, facendo eco alla crescente preoccupazione internazionale riguardo ai diritti umani in Iran.

Il contesto delle giustizie in Iran

Dal 2010 al 2024, l’IHR ha documentato 241 donne giustiziate, di cui 114 per omicidio e 107 per reati legati alla droga. Molti dei delitti di omicidio sono legati alla violenza domestica, spesso perpetrata da mariti violenti, costringendo le donne a reagire in situazioni di disperazione. Le leggi in vigore, come il qisas (legge islamica della ritorsione), non offrono considerazione per queste circostanze attenuanti, lasciando le donne vulnerabili e senza protezione all’interno del sistema legale.

Casi emblematici di violenza e ingiustizia

Un esempio significativo è il caso di Zahra Esmaili, giustiziata nel 2021 dopo aver ucciso suo marito abusivo. Nonostante le segnalazioni di violenza domestica e la pressione della famiglia della vittima per l’applicazione della pena capitale, le sue esigenze e circostanze non sono state comprese. Questo caso rappresenta una chiara illustrazione di come il sistema giudiziario iraniano spesso ignori il contesto di violenza e abuso in cui si trovano molte donne.

Un altro caso noto è quello di Reyhaneh Jabbari, impiccata nel 2014. Accusata dell’omicidio di un ex ufficiale dei servizi segreti, Jabbari affermò di aver agito in legittima difesa dopo un tentativo di aggressione sessuale. La sua storia, segnata da torture e una confessione estorta, ha attirato l’attenzione internazionale e ha sollevato interrogativi sul trattamento delle donne nel sistema giuridico iraniano.

Dati allarmanti sulle giustizie femminili

L’IHR ha rivelato ulteriori dati allarmanti nel suo report. Circa il 50% delle donne giustiziate è stato identificato solo tramite le iniziali o rimane anonimo. Inoltre, delle 241 donne giustiziate dal 2010, molte provenivano da Province svantaggiate come il Sistan e Baluchistan, dove la miseria e l’analfabetismo peggiorano la situazione. Il 70% delle donne giustiziate per omicidio sono state accusate di aver ucciso i propri mariti – un dato che sottolinea il legame tra violenza domestica e giustizia sommaria.

L’organizzazione non governativa sottolinea che solo il 26% delle esecuzioni viene ufficialmente annunciato, mettendo in luce la segretezza che avvolge questo grave e discusso tema. Le donne che si trovano nel braccio della morte sono spesso abbandonate dalle proprie famiglie e costrette a vivere in condizioni carcerarie disumane, senza supporto né risorse per difendersi.

Un appello alla comunità internazionale

Nel suo report, l’IHR fa un appello accorato alla comunità internazionale, invitando a rompere il silenzio su queste ingiustizie strutturali e sull’apartheid di genere in Iran, esortando a compiere sforzi per salvare coloro che rischiano l’esecuzione. Il panorama attuale in Iran solleva interrogativi inquietanti su come la pena di morte continui a essere utilizzata come mezzo per instillare paura e controllo nella società, specialmente dopo le recenti ondate di proteste.

Queste violazioni dei diritti umani non possono restare nell’ombra. È fondamentale che l’opinione pubblica internazionale si mobiliti per porre fine a tale ingiustizia e lottare per un cambiamento reale e significativo.

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