Cronaca

Csm boccia la riforma sulla separazione delle carriere e doppio Csm

Csm boccia la riforma sulla separazione delle carriere e doppio Csm

Csm boccia la riforma sulla separazione delle carriere e doppio Csm

Il Consiglio superiore della magistratura (Csm) ha espresso un chiaro rifiuto nei confronti della proposta di riforma riguardante la separazione delle carriere e l’istituzione di un doppio Csm insieme a un’Alta Corte disciplinare. Durante la seduta pomeridiana, il plenum ha approvato a larga maggioranza un parere critico nei confronti del disegno di legge costituzionale attualmente allo studio presso l’Aula della Camera.

Il voto del Csm

Il parere negativo sulla riforma è stato approvato con 24 voti favorevoli e solo 4 contrari, a testimonianza di un forte consenso tra i membri del consiglio. Ad esprimere contrarietà alla proposta è stata la quasi totalità dei consiglieri togati, con un’unica astensione da parte dell’indipendente Andrea Mirenda. Tra coloro che hanno votato a favore del parere critico si registrano i laici Ernesto Carbone (Italia Viva), Roberto Romboli (Partito Democratico) e Michele Papa (Movimento 5 Stelle), inclusi anche figure significative come la prima presidente della Cassazione, Margherita Cassano, e il procuratore generale della Suprema Corte, Luigi Salvato.

Critiche alla riforma proposta

Il parere approvato ha messo in evidenza come l’approccio alla separazione delle carriere e alla creazione di nuovi organi possa insinuare l’idea che la magistratura giudicante soffra di un deficit di terzietà e imparzialità, un concetto che non trova riscontro nei dati reali. Infatti, oltre il 40% delle decisioni giudiziarie non coincide con le accuse formulate dalla pubblica accusa.

Inoltre, il documento sottolinea l’importanza di chiarire se una carriera unitaria possa effettivamente compromettere il principio del giusto processo, in particolare riguardo a imparzialità e parità delle armi nell’esercizio delle funzioni giudiziarie. La percentuale di passaggi da una funzione all’altra risulta essere inferiore all’1% dell’organico attivo, un dato che contraddice l’idea di un’inefficace gestione della giustizia.

Indipendenza della magistratura

Nel parere, si dichiara esplicitamente che la mera affermazione costituzionale dell’appartenenza della magistratura all’ordine giudiziario non garantisce l’indipendenza e l’autonomia necessarie per il suo funzionamento. Anzi, si mette in guardia contro il rischio di un indebolimento dell’indipendenza del pubblico ministero rispetto ad altri poteri dello Stato, risultato di dinamiche istituzionali in evoluzione.

Riflessioni sul doppio Csm

Le critiche non si fermano qui, poiché il Csm ha sollevato interrogativi anche sulla proposta di creare due organi distinti di governo autonomo. Questo potrebbe avere ricadute negative sulle rispettive attribuzioni, rendendo più complessa la garanzia di autonomia e indipendenza della magistratura e il buon funzionamento del sistema giustizia.

La questione dell’Alta Corte disciplinare

Infine, l’idea di istituire un’Alta Corte disciplinare è stata vista come una minaccia all’autogoverno della magistratura. Sottrarre la giurisdizione disciplinare al Csm significherebbe ridimensionare una funzione cruciale, influendo negativamente sul potere costituzionale dello stesso Consiglio.

In sintesi, la bocciatura della riforma sulla separazione delle carriere e il doppio Csm da parte del Csm è rappresentativa di una chiara volontà di preservare l’autonomia della magistratura e garantire il corretto funzionamento del sistema giuridico italiano.

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