Leggi dell’Ue in tempi di guerra: articolo 122 e 42.7 tra mutua difesa e aiuti finanziari
L’Unione Europea si trova di fronte a sfide senza precedenti che richiedono un’incessante adattabilità legislativa e una solidarietà tra Stati membri. In questo contesto, due articoli fondamentali del Trattato sul funzionamento dell’Unione Europea, l’articolo 122 e l’articolo 42.7, giocano un ruolo cruciale nell’affrontare le difficoltà economiche e di sicurezza emergenti.
Il meccanismo dell’articolo 122
L’articolo 122 del Trattato sul funzionamento dell’Unione Europea costituisce una base giuridica essenziale per l’adozione di misure straordinarie durante le crisi. Recentemente, la presidente della Commissione Europea, Ursula von der Leyen, ha annunciato l’intenzione di attivare questo articolo per un nuovo strumento di prestito comune, con un’importante somma di 150 miliardi di euro destinata al piano ReArm Europe. Questa misura consente una procedura semplificata, che richiede solo una maggioranza qualificata da parte del Consiglio, evitando così il necessario voto del Parlamento Europeo.
Il primo comma di questo articolo consente al Consiglio di adottare misure adeguate per rispondere a gravi difficoltà economiche, in particolare nei settori chiave come l’energia. Il secondo comma offre assistenza finanziaria agli Stati membri che si trovano a fronteggiare calamità naturali o circostanze eccezionali. Questa flessibilità è stata già utilizzata in diverse occasioni, come nel caso delle misure d’emergenza adottate dopo l’invasione russa dell’Ucraina, tra cui il price cap e la tassazione degli extra profitti.
Il ruolo dell’articolo 42.7
L’articolo 42.7 del Trattato dell’Unione Europea definisce il concetto di mutua difesa tra gli Stati membri. Analogamente all’articolo 5 della NATO, questo articolo stabilisce l’obbligo per gli Stati membri di fornirsi aiuto e assistenza in caso di aggressione armata. In particolare, viene affermato che “qualora uno Stato membro subisca un’aggressione armata nel suo territorio, gli altri Stati membri sono tenuti a prestargli aiuto e assistenza”.
Tuttavia, questa clausola è stata attivata solo in un’occasione, in seguito agli attentati terroristici a Parigi del 2015. La sua importanza è emersa anche nelle recenti preoccupazioni di Paesi come Svezia e Finlandia, i quali, non essendo all’epoca membri della NATO, hanno dovuto valutare le minacce provenienti dalla Russia.
Applicazioni pratiche e risposte alle crisi
Negli anni, l’articolo 122 ha fornito risposte a varie crisi significative, come le inondazioni in Germania nel 2010 e l’esplosione di una centrale elettrica a Cipro nel 2011, oltre a misure per affrontare gli atti terroristici in Spagna nel 2004. Queste situazioni hanno dimostrato l’efficacia di un quadro normativo che può adattarsi rapidamente alle esigenze emergenti.
La capacità di attivare strumenti come l’articolo 122 e l’articolo 42.7 è fondamentale in un periodo in cui l’Unione Europea deve confrontarsi con una crescente instabilità geopolitica. Questi strumenti non solo riflettono una volontà di cooperazione tra Stati membri, ma anche una strategia di resilienza per affrontare le sfide del presente e del futuro.
In conclusione, gli articoli 122 e 42.7 rappresentano non solo un sostegno normativo per l’Unione Europea, ma anche un simbolo della necessità di unità e di una risposta collettiva in tempi di crisi. L’epoca attuale richiede un’Europa unita e pronta ad agire, affinché possa garantire sicurezza e stabilità ai propri cittadini.