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Siria in crisi: 745 civili alawiti uccisi a Latakia nel conflitto con le forze governative

Siria in crisi: 745 civili alawiti uccisi a Latakia nel conflitto con le forze governative

Siria in crisi: 745 civili alawiti uccisi a Latakia nel conflitto con le forze governative

La situazione in Siria continua a deteriorarsi, soprattutto nella zona di Latakia, dove si registrano gravi scontri tra le forze governative e i militanti della minoranza alawita. Secondo l’Osservatorio siriano per i diritti umani, il bilancio delle vittime è tragico: da giovedì scorso, ben 745 civili alawiti hanno perso la vita nelle regioni costiere e nelle montagne circostanti. Le forze di sicurezza e i gruppi alleati sembrano essere responsabili di questi attacchi.

### Bilancio delle vittime in aumento

L’impennata degli scontri ha portato il bilancio complessivo delle vittime a 1018, comprendendo anche 93 membri delle forze di sicurezza del nuovo governo e 120 combattenti filo-Assad. Gli scontri, tra i più intensi dalla caduta del presidente Bashar al-Assad a dicembre, sono stati innescati dall’arresto di un alawita ricercato dalle autorità.

Le notizie segnalano esecuzioni sommarie di civili perpetrate da agenti di sicurezza e militanti alleati, accompagnate da saccheggi. Secondo l’Osservatorio, diversi massacri sarebbero avvenuti nelle ultime 48 ore, con la morte di donne e bambini. La maggior parte delle vittime sembra essere stata giustiziata da elementi del ministero della Difesa e dell’Interno.

### Ritorno alla calma apparente

Oggi, in base a quanto riportato dall’Ong, pare vi sia un “relativo ritorno alla calma” nella regione. Tuttavia, le forze di sicurezza continuano a condurre operazioni di rastrellamento e stanno dispiegando rinforzi. La stampa siriana ha riferito che le forze hanno respinto un attacco da parte di coloro che sono considerati nostalgici del regime deposto, sia all’interno che nelle vicinanze dell’ospedale di Latakia. Per mitigare ulteriori incidenti, le forze regolari hanno bloccato le strade di accesso alla zona costiera occidentale.

### Appello dell’ONU per un cessate il fuoco

Le Nazioni Unite hanno lanciato un appello urgente per la cessazione immediata delle ostilità tra le forze governative e i miliziani fedeli al deposto Bashar al-Assad. Secondo il coordinatore residente delle Nazioni Unite per la Siria, Adam Abdelmoula, e il coordinatore regionale, Ramanthan Balakrishnan, è necessario garantire la protezione dei civili e delle infrastrutture civili in conformità con il diritto internazionale umanitario. Sono già migliaia le persone sfollate nelle zone costiere, e sei ospedali, insieme a diverse ambulanze, sono rimasti bloccati a causa dei combattimenti in corso.

### La Croce Rossa chiede accesso sicuro

Il Comitato Internazionale della Croce Rossa (CICR) ha espresso preoccupazione per la mancanza di accesso sicuro per gli operatori sanitari nelle zone colpite dalle violenze. Attraverso un post sui social media, il CICR ha esortato tutte le parti coinvolte a garantire l’accesso senza ostacoli all’assistenza sanitaria e alla protezione delle strutture mediche, affinché i soccorritori possano assistere chi ha bisogno.

### Condanne internazionali

Anche la Lega Araba ha denunciato gli attacchi contro le forze di sicurezza e le uccisioni indiscriminate che si sono verificate nelle province costiere. Tuttavia, non è stata menzionata la violenza diretta contro la minoranza alawita.

Oltre a ciò, la Francia ha condannato con fermezza le atrocità commesse contro i civili su base settaria e ha chiesto indagini indipendenti sugli eventi in corso, invitando le autorità siriane a garantire che i responsabili siano portati di fronte alla giustizia.

Con l’escalation di violenza e le conseguenze devastanti per la popolazione civile, il futuro della Siria rimane incerto. La necessità di un dialogo e di soluzioni pacifiche diventa sempre più urgente, mentre il conflitto continua a mietere vittime innocenti.

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