Cronaca

Maccarani sotto accusa per metodi brutali e disturbi alimentari delle Farfalle azzurre

Maccarani sotto accusa per metodi brutali e disturbi alimentari delle Farfalle azzurre

Maccarani sotto accusa per metodi brutali e disturbi alimentari delle Farfalle azzurre

La controversia attorno alla commissaria tecnica delle Farfalle, Emanuela Maccarani, si intensifica. Secondo recenti scoperte, i metodi di allenamento utilizzati dalla Maccarani avrebbero avuto effetti deleteri sul rapporto delle atlete con il cibo. La giudice per l’udienza preliminare di Monza ha delineato come le giovani ginnaste potessero soffrire di “disturbi psico-somatici e/o alimentari”, direttamente riconducibili alle strategie adottate dalla loro allenatrice, che dovrebbero essere state prevedibili, considerando i precedenti di altre atlete.

Metodi di allenamento discutibili

La giudice ha messo in evidenza che non è stato messo in discussione il controllo del peso, un aspetto fondamentale in una disciplina sportiva come la ginnastica ritmica. Tuttavia, sono state criticate le modalità di pesatura, che risultavano afflittive e umilianti: le ginnaste venivano pesate pubblicamente al loro arrivo in palestra, esibendosi in una situazione vergognosa, vestite solo di biancheria intima. La pressione sociale e il timore di eventuali insulti da parte delle allenatrici hanno creato un clima di paura. Molti atleti hanno riferito di essere stati derisi pubblicamente per risultati di pesatura non soddisfacenti, il che ha influito negativamente sulla loro salute mentale e sul comportamento alimentare.

Questa pressione ha portato diverse atlete a saltare i pasti e a limitare la propria assunzione di liquidi, con conseguenze devastanti per il loro stato fisico e psicologico. L’impatto di queste dinamiche ha fatto emergere un problema critico legato alla salute delle atlete, a beneficio di risultati sportivi, tralasciando il rispetto per il loro benessere.

Contesto di isolamento

La gip ha anche sottolineato l’impossibilità per i genitori di monitorare il benessere delle proprie figlie all’interno dell’Accademia di Desio. Le giovani atlete, vivendo lontano dalle loro famiglie e trascorrendo la maggior parte della giornata in palestra, erano esposte a un contesto di forte isolamento. Questo ha aumentato la responsabilità delle allenatrici nel garantire una supervisione attenta e completa sul benessere psico-fisico delle ginnaste.

Il concetto di “violenza assistita” è emerso nella discussione, in quanto le ginnaste hanno assistito a comportamenti abusivi nei confronti delle loro compagne di squadra. Questo clima di malessere e paura ha contribuito alla creazione di un ambiente sfavorevole alla crescita sana e armoniosa delle giovani atlete.

Imputazione coatta e futuro incerto

La giudice ha stabilito l’imputazione coatta per Maccarani, motivando la decisione con la “ragionevole previsione di condanna”, requisito fondamentale secondo la legge Cartabia. La sua posizione diverge dalla richiesta di archiviazione della Procura, dando maggior peso alle testimonianze delle atlete che hanno denunciato pratiche inappropriate da parte della Maccarani.

Questa situazione non solo mette in discussione l’immagine della ginnastica ritmica italiana, ma solleva interrogativi sul futuro delle giovani talenti in una disciplina che richiede prestazioni elevate. È fondamentale che si attui una riflessione critica sulle pratiche di allenamento e che venga garantito un ambiente sportivo sano e rispettoso delle atlete.

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