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I talebani rilasciano George Glezmann dopo due anni di detenzione in Afghanistan

I talebani rilasciano George Glezmann dopo due anni di detenzione in Afghanistan

I talebani rilasciano George Glezmann dopo due anni di detenzione in Afghanistan

Il cittadino statunitense George Glezmann, detenuto in Afghanistan per oltre due anni, è stato finalmente liberato dai talebani ed è attualmente in viaggio verso gli Stati Uniti. La notizia è stata confermata da una fonte alla CNN, che ha rivelato come il rilascio sia stato il risultato di settimane di negoziati tra mediatori del Qatar e funzionari statunitensi.

Trattative e accordo di liberazione

Glezmann, 66 anni, è stato liberato grazie agli sforzi di Adam Boehler, l’inviato statunitense, che ha mantenuto un dialogo continuo con rappresentanti del Qatar per garantire la sua liberazione. Anche Zalmay Khalilzad, ex ambasciatore americano in Afghanistan, è stato presente durante le trattative con i membri talebani. Khalilzad ha celebrato il rilascio di Glezmann su piattaforme social, affermando: “Oggi è un bel giorno. Siamo riusciti a ottenere il rilascio di un cittadino americano dopo due anni di detenzione a Kabul”.

Il portavoce del Ministero degli Esteri afghano ha rilasciato immagini di Boehler e Khalilzad mentre si trovavano in riunione con funzionari talebani, dimostrando il livello di impegno diplomatico necessario per raggiungere questo obiettivo. Il governo talebano ha definito la liberazione di Glezmann un gesto di buona volontà nei confronti del presidente degli Stati Uniti e del popolo americano, sottolineando che il cittadino sta ritoranando dalla sua famiglia.

Detenzione e condizioni di Glezmann

George Glezmann era stato arrestato dai talebani nel dicembre 2022, circa 16 mesi dopo che il gruppo aveva riottenuto il controllo dell’Afghanistan. Nel settembre 2023, gli Stati Uniti avevano dichiarato Glezmann ingiustamente detenuto. Secondo i senatori Jon Ossoff e Raphael Warnock, che hanno sollecitato il rilascio di Glezmann, egli si era recato in Afghanistan per un viaggio culturale di cinque giorni. Tuttavia, le sue condizioni detentive erano state descritte come critiche: era recluso in una cella di dimensioni ridotte, con accesso limitato a comunicazioni con la famiglia, potendo effettuare solo sette telefonate al mese per un totale di 54 minuti.

Fino a luglio 2024, Glezmann non aveva avuto visite consolari da funzionari statunitensi, rendendo la sua situazione ancora più difficile. La sua detenzione aveva suscitato preoccupazione tra i suoi familiari e sostenitori, in particolare per la deteriorazione della sua salute, come evidenziato in una lettera della moglie, Aleksandra, inviata al presidente Biden.

Il ruolo del Qatar e gli scambi di prigionieri

Attualmente, gli Stati Uniti non hanno una presenza diplomatica in Afghanistan, avendo chiuso la loro ambasciata dopo la presa del potere da parte dei talebani nell’agosto 2021. Il Qatar funge da intermediario, agendo come “potere protettivo” per gli Stati Uniti a Kabul. Glezmann è il terzo cittadino americano rilasciato quest’anno, dopo Ryan Corbett e William McKenty, liberati in uno scambio di prigionieri avvenuto nel gennaio 2023.

Quell’accordo era stato il risultato di negoziati complessi, e i funzionari statunitensi avevano manifestato delusione per il fatto che Glezmann e un altro americano, Mahmoud Habibi, non fossero stati inclusi in quell’intesa. Nonostante le pressioni, i talebani non hanno mai ammesso di detenere Habibi, ma gli Stati Uniti continuano a considerarlo un ostaggio.

La liberazione di Glezmann rappresenta un passo significativo nelle relazioni complicate tra Stati Uniti e talebani, mostrando come, nonostante le tensioni, ci siano ancora opportunità per il dialogo e la diplomazia umanitaria. La speranza è che il rilascio di Glezmann possa stimolare ulteriori progressi nel trattamento degli americani ancora detenuti in Afghanistan.

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