Elon Musk lascia il governo USA deluso dalla legge di bilancio di Trump e critica il DOGE
Elon Musk ha annunciato le sue dimissioni dall’amministrazione Trump, esprimendo forte delusione per il disegno di legge fiscale promosso dal presidente. Il magnate sudafricano ha dichiarato che il megaprogetto di bilancio repubblicano comprometterebbe il lavoro del Dipartimento per l’Efficienza Governativa (DOGE), da lui guidato, e aumenterebbe il deficit federale. Una mossa sorprendente per chi, fino a poco fa, era considerato un alleato chiave di Trump.
Musk ha sottolineato come il disegno di legge di Trump rischi di incrementare il disavanzo pubblico anziché ridurlo, minando gli sforzi del DOGE nel contrastare sprechi e corruzione. “Sono rimasto deluso nel vedere un massiccio disegno di legge sulla spesa che, francamente, aumenta il deficit”, ha affermato in un’intervista alla CBS News. Il tycoon ha aggiunto che il suo dipartimento è diventato un capro espiatorio per le insoddisfazioni verso l’esecutivo, nonostante abbia licenziato “decine di migliaia” di dipendenti pubblici ritenuti inefficienti.
Il controverso ‘One Big, Beautiful Bill Act’, già approvato dalla Camera e ora al Senato, promette sgravi fiscali e tagli alla spesa. Tuttavia, secondo i critici, decimerebbe i servizi sanitari e farebbe lievitare il deficit di 4 trilioni di dollari in un decennio. Musk ha ironizzato: “Una legge può essere grande o bella. Ma non so se può essere entrambe”.
La Casa Bianca ha replicato tramite Stephen Miller, vice capo di gabinetto, cercando di minimizzare le divergenze: “Il Big Beautiful Bill non è una legge di bilancio annuale. Eventuali tagli al DOGE richiederebbero un provvedimento separato”. Una precisazione che sembra smorzare la polemica, ma che non nasconde la rarità del gesto di Musk, principale finanziatore della campagna elettorale di Trump nel 2024.
L’abbandono del CEO di Tesla e SpaceX segna un momento critico per l’amministrazione, mentre il DOGE – creato per snellire la macchina statale – diventa il simbolo di uno scontro sulla sostenibilità delle politiche fiscali repubblicane.