Presidenziali Polonia 2024: sfida al fotofinish tra Trzaskowski e Nawrocki, scenari e possibili conseguenze
La Polonia si prepara per un ballottaggio presidenziale senza precedenti, dove pochi decimali separano il sindaco di Varsavia Rafal Trzaskowski, esponente europeista, dal nazionalista Karol Nawrocki. Un vero e proprio “scontro di civiltà”, come lo definiscono alcuni analisti, che deciderà non solo il futuro del Paese ma anche gli equilibri geopolitici nell’Europa orientale.
I sondaggi più recenti fotografano una competizione serrata: Trzaskowski viaggia al 50,6%, mentre Nawrocki – sostenuto di fatto dagli ultraconservatori di Diritto e Giustizia (PiS) – segue al 49,4%. Un distacco minimo, entro il margine d’errore, che riproduce l’esito del primo turno: due settimane fa il sindaco centrista otteneva il 31%, battendo di un soffio lo sfidante (30%). La chiave del voto risiede ora nell’abilità di Nawrocki di assorbire i consensi degli elettori nazionalisti, che al primo turno avevano sostenuto il libertario Slawomir Mentzen (14,8%) e l’estremista Grzegorz Braun (6,3%).
Trzaskowski punta invece sulla stanchezza dell’elettorato verso il conservatorismo del PiS, cavalcando l’onda che nel 2023 portò al trionfo la Coalizione Civica di Donald Tusk. A complicare la corsa di Nawrocki, però, irrompono gli scandali: il candidato aveva inizialmente dichiarato di possedere un solo appartamento per evitare l’imposta sulla proprietà, salvo poi emergere che ne deteneva un secondo acquisito con un accordo opaco. Un sito scandalistico lo ha inoltre accusato di aver procurato prostitute durante il suo lavoro giovanile come portiere d’albergo. Nawrocki respinge le accuse come “bugie” e minaccia azioni legali.
Il verdetto è atteso con ansia in tutto l’Occidente. La guerra in Ucraina ha reso Varsavia un alleato cruciale per gli USA, e il nuovo presidente avrà un potere di veto determinante sulla legislazione. Una vittoria di Trzaskowski aprirebbe la strada a riforme come le unioni civili per coppie omosessuali e l’allentamento del divieto d’aborto. Al contrario, un successo di Nawrocki – ammiratore di Donald Trump e più radicale dell’attuale presidente Andrzej Duda – paralizzerebbe l’azione di Tusk, replicando lo stallo istituzionale già in atto.
Lo storico candidato del PiS preme per tagliare i sussidi al milione di rifugiati ucraini in Polonia, tema sensibile per l’impatto su welfare e mercato immobiliare. È inoltre contrario all’ingresso di Kiev nella NATO, posizione condivisa da parte dell’opinione pubblica europea. Alcuni osservatori avvertono: una sua vittoria potrebbe persino sfociare in nuove elezioni, data l’incompatibilità con il governo in carica. Domenica si gioca una partita che segnerà la traiettoria della Polonia, tra aperture europee e sovranismo.