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Il Qatar ha deciso di chiudere il proprio spazio aereo come misura precauzionale, alimentando i timori di una possibile escalation dopo le minacce dell’Iran di colpire obiettivi statunitensi. Al centro delle preoccupazioni c’è la base militare di Al Udeid, la più grande della regione, che potrebbe trasformarsi in un bersaglio strategico. La mossa arriva a pochi giorni dal raid americano contro i siti nucleari iraniani, un’operazione voluta da Donald Trump che ha ulteriormente inasprito le tensioni nel Golfo.

Al Udeid, situata a 45 km da Doha, rappresenta il cuore operativo delle forze statunitensi in Medio Oriente. Costruita nel 1996 dopo la prima guerra del Golfo con un investimento di 1 miliardo di dollari, la base ospita circa 100 aerei, droni e oltre 10.000 soldati. Le immagini satellitari di giugno hanno rivelato un anomalo svuotamento delle piste: decine di velivoli, tra cui i cargo C-130 Hercules, sono stati spostati pochi giorni prima dell’attacco americano in Iran.

La struttura non è solo un hub logistico, ma anche il quartier generale avanzato del Centcom (Comando Centrale USA), cruciale per le operazioni in Iraq, Siria e Afghanistan. Ospita il 379th Air Expeditionary Wing, specializzato in missioni di intelligence, rifornimento e evacuazione medica, oltre a reparti della Royal Air Force britannica e dell’aeronautica qatariota. Con i suoi 250 edifici distribuiti su 35 km², Al Udeid è un simbolo della presenza militare occidentale nell’area – e proprio questo la rende un potenziale obiettivo.

La chiusura dello spazio aereo qatarino riflette un clima di massima allerta. Già il 19 giugno, il Pentagono aveva lanciato un avviso su possibili attacchi all’aeroporto di Abu Nakhlah. Ora, con le minacce iraniane ancora sul tavolo, la regione trattiene il fiato.

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