SchwuZ Berlino chiude dopo 50 anni: fallimento storico club gay tra inflazione e crisi notturna
Berlino perde un pezzo della sua anima queer. Lo SchwuZ, il più antico e iconico locale gay tedesco, ha dichiarato fallimento dopo quasi mezzo secolo di attività. Colpito dall’inflazione, dai cambiamenti nella cultura del divertimento e da una gestione sempre più difficile, il club ha ceduto al peso delle difficoltà economiche. Un addio doloroso per una comunità che qui ha trovato casa, resistenza e libertà.
### La fine di un’era per la vita notturna berlinese
Fondato nel 1977 a Kreuzberg, lo SchwuZ (abbreviazione di SchwulenZentrum, “centro gay”) è stato per decenni un faro della scena LGBTQ+ tedesca. Ha contribuito alla nascita della parata del Christopher Street Day e della rivista Siegessaule, diventando simbolo di arte queer e comunità. Ma il trasferimento nel 2013 a Neukölln, in uno spazio più grande e costoso, ha segnato l’inizio del declino.
I problemi finanziari sono esplosi nel 2023: entrate in calo, deficit mensili fino a 60.000 euro e una campagna di crowdfunding fallita (solo 3.000 euro raccolti su 150.000). A maggio, il locale ha licenziato 33 dipendenti e ridotto gli eventi, compresi gli amatissimi spettacoli drag.
### Inflazione, affitti e app: il mix letale per i club
Katja Jager, amministratrice dello SchwuZ, punta il dito contro l’aumento dei costi (elettricità, affitti) e l’invecchiamento della clientela, sempre più disinteressata alle serate in club. A pesare anche la concorrenza delle app di incontri, che hanno trasformato le abitudini sociali. Non è un caso isolato: Berlino vive da mesi il Clubsterben, la “morte dei club”, con decine di locali costretti a chiudere.
L’ultimo appello del club su Instagram è un grido di speranza: *”Non ci arrendiamo”*. Ma senza un intervento miracoloso, per le generazioni queer berlinesi potrebbe sparire un pezzo di storia. E con esso, un luogo che per molti era *”famiglia, libertà e visibilità”*.