Una emergenza igienico-sanitaria senza precedenti ha costretto il sindaco di Villabate, Gaetano Di Chiara, a decretare la chiusura del cimitero comunale. Il motivo è agghiacciante: all’interno del camposanto giacciono 220 bare insepolte, ammassate senza una meta a causa della cronica mancanza di spazio. Una situazione resa ancor più drammatica dalle alte temperature, che hanno provocato la rottura di molti feretri.
L’aria è irrespirabile, gravata da odori nauseabondi che si diffondono nell’area. Il caldo torrido ha fatto letteralmente “scoppiare” alcune bare, facendo colare all’esterno i liquidi organici in decomposizione e creando situazioni estreme, inaccettabili per un luogo di pace e rispetto dei defunti. Un quadro insostenibile che ha lasciato all’amministrazione comunale l’unica scelta possibile: chiudere i cancelli.
Il primo cittadino aveva annunciato per oggi l’approvazione di una delibera d’urgenza per la sistemazione e la riparazione delle bare danneggiate, ma i lavori sono stati rimandati a domani. Tuttavia, questi sono solo interventi tampone. Di Chiara ha precisato che la soluzione definitiva arriverà solo con l’approvazione del piano triennale delle opere pubbliche, già rinviato dal Consiglio comunale al 9 ottobre.
È proprio quel piano a prevedere il tanto atteso ampliamento del cimitero con la creazione di nuovi loculi. “Se sarà varato – ha assicurato il sindaco – entro l’anno risolveremo il problema delle bare insepolte”. Intanto, per trovare una collocazione ai feretri, le salme sono state disposte nei depositi e, in mancanza di spazio, persino all’interno delle cappelle gentilizie.
La crisi di Villabate riporta alla memoria l’emergenza che colpì il cimitero palermitano di Santa Maria dei Rotoli, dove il numero delle bare insepolte arrivò a toccare la cifra impressionante di 1500. Allora, per fronteggiare l’emergenza, i feretri furono sistemati alla meno peggio in depositi, uffici e sotto tendoni di emergenza allestiti lungo i viali del camposanto. Una storia che sembra ripetersi, un monito per non dimenticare l’importanza di una programmazione che guardi al futuro.