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Flotilla Israele dichiara finita la provocazione ma dalla Turchia partono 45 nuove navi per Gaza

Flotilla Israele dichiara finita la provocazione ma dalla Turchia partono 45 nuove navi per Gaza

Mentre le proteste continuano a infiammare le piazze e le università italiane in solidarietà alla missione umanitaria, l’esercito israeliano dichiara chiusa la partita in mare: nessuna delle imbarcazioni della Flotilla è riuscita a raggiungere le acque controllate da Israele al largo di Gaza. Una “provocazione” finita, secondo il ministero degli Esteri israeliano. Ma proprio mentre Tel Aviv alza il sipario, all’orizzonte si profila già una nuova sfida: dalla Turchia sono salpate 45 navi civili, pronte a rompere il blocco navale israeliano.

La nuova Flotilla dalla Turchia

Quarantacinque imbarcazioni, con bandiere turche e palestinesi, hanno lasciato il porto di Arsuz, nella provincia di Hatay, al grido di “Rotta verso la Palestina libera”. La notizia, riportata dal quotidiano filo-governativo Yeni Safak, è stata confermata dall’account della Global Sumud Flotilla, che ha definito la partenza una risposta diretta all’intercettazione del primo convoglio da parte di Israele.

L’iniziativa è stata organizzata dalla ‘Piattaforma pro Palestina‘, senza alcun coinvolgimento ufficiale del governo di Ankara. Prima della partenza, l’equipaggio ha compiuto una preghiera collettiva. Il portavoce Feridun Ozdemir ha dichiarato che la missione mira a infrangere il blocco imposto da Israele, definito “la canaglia del Mediterraneo Orientale”, e ha lanciato un duro monito: “Chi non sostiene l’iniziativa e sceglie il silenzio è complice del genocidio”.

La reazione di Israele e la situazione degli italiani

Il primo ministro Benjamin Netanyahu ha elogiato le forze navali israeliane per aver “impedito alla Global Sumud Flotilla di forzare il blocco israeliano”, respingendo quella che ha definito una “campagna di delegittimazione” contro lo Stato ebraico. Nel frattempo, il ministero israeliano ha precisato che tutti i passeggeri sono stati condotti sani e salvi verso Israele e saranno “deportati in Europa”.

Sul fronte italiano, il ministro degli Esteri Antonio Tajani ha aggiornato il numero dei connazionali fermati a 40. Tajani ha contattato il collega israeliano Gideon Sa’ar per chiedere garanzie e accelerare le procedure per la loro liberazione. Tra di loro figurano quattro parlamentari, la cui immunità è stata ribadita dal ministro. La nave ‘Karma‘, con a bordo il deputato Pd Arturo Scotto e l’europarlamentare Pd Annalisa Corrado, è diretta verso il porto di Ashdod. L’ambasciata italiana sta lavorando affinché i due possano sbarcare gli aiuti umanitari e ripartire verso Cipro o la Grecia.

Il destino degli aiuti e il fermo dei parlamentari

Secondo quanto riferito da Tajani, gli aiuti a bordo della Karma “verranno consegnati”, segnando un esito positivo per le richieste diplomatiche italiane. L’eurodeputata di Avs Benedetta Scuderi e il senatore M5S Marco Croatti, che si trovavano sulla barca ‘Morgana‘, sono stati tra i primi a essere fermati e condotti a Ashdod per l’identificazione. Anche per loro è previsto lo stesso trattamento riservato agli altri fermati. Tajani ha assicurato che tutti i cittadini italiani coinvolti saranno seguiti costantemente dall’ambasciata e dal consolato.

La vicenda della Flotilla si conferma dunque un dramma dai molti attori, che unisce le acque del Mediterraneo alle cancellerie internazionali, mentre la crisi umanitaria a Gaza continua a richiamare gesti di solidarietà e scontri diplomatici.

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