Politica

Meloni rinnova sostegno a Kiev ma esclude invio di soldati in Ucraina

Meloni rinnova sostegno a Kiev ma esclude invio di soldati in Ucraina

La premier Giorgia Meloni è intervenuta in Senato per illustrare la posizione del governo italiano in vista del prossimo Consiglio Europeo, toccando i temi caldi della guerra in Ucraina e della crisi in Medio Oriente. Al centro del discorso, il fermo sostegno all’Ucraina e la netta esclusione di un invio di soldati italiani nel conflitto.

Meloni ha ribadito che il sostegno al popolo ucraino resta fermo e determinato, con l’unico obiettivo di arrivare alla pace. Ha definito l’atteggiamento della Russia come ambiguo e inaccettabile, sottolineando la necessità di aumentare la pressione su Mosca attraverso nuove sanzioni.

La premier ha illustrato la volontà di proseguire il lavoro congiunto con gli Stati Uniti per definire garanzie di sicurezza robuste, credibili ed efficaci per Kiev. Questa architettura di deterrenza si basa su tre pilastri:
* La forza dell’esercito ucraino, considerato oggi uno degli eserciti principali del Continente.
* Una componente politica, con un meccanismo di assistenza modellato sull’articolo 5 del Patto Atlantico.
* Una componente di rassicurazione affidata alla coalizione dei volenterosi.

Proprio su quest’ultimo punto, Meloni ha voluto essere cristallina: l’Italia non prevede l’invio di propri soldati in territorio ucraino.

Spostando l’attenzione sul Medio Oriente, la presidente del Consiglio ha chiarito le precondizioni necessarie per il riconoscimento da parte dell’Italia dello Stato di Palestina. Second il governo, Hamas deve accettare di non avere alcun ruolo nella governance transitoria e nel futuro Stato palestinese, e deve essere disarmato per non rappresentare più una minaccia per la stabilità regionale. Ha inoltre condannato la ferocia di questa organizzazione, evidenziando le recenti esecuzioni sommarie ai danni di palestinesi.

Meloni ha poi definito l’accordo sulla crisi mediorientale presentato da Donald Trump e firmato a Sharm el Sheikh uno sviluppo estremamente positivo e concreto. Lo ha descritto come il frutto di un complesso lavoro diplomatico, al quale l’Italia ha contribuito, ringraziando i governi di Egitto, Qatar e Turchia e soprattutto il presidente Donald Trump, per quello che ha definito un suo indiscutibile successo. L’entrata in vigore del cessate il fuoco, il rilascio degli ostaggi e la ripresa degli aiuti umanitari sono stati indicati come i punti imprescindibili da cui ripartire.

In chiusura, un messaggio sulle politiche climatiche europee: l’Italia vuole abbandonare l’approccio ideologico e non sosterrà la proposta di revisione della legge sul clima se non ci sarà un cambio di approccio, con la premier che ha scandito “basta con le follie verdi”. Infine, un ringraziamento agli italiani: “finché la maggioranza sarà dalla nostra parte noi andremo avanti con la testa alta”.

Condividi questo articolo:

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *