Erdogan consolida la presenza turca nel Corno d’Africa con un accordo storico
Il presidente turco Recep Tayyip Erdogan è atteso in Etiopia e Somalia all’inizio del 2025, in una visita che mira a rafforzare ulteriormente il ruolo della Turchia nel Corno d’Africa. Questa missione diplomatica segue la recente conclusione di un accordo storico, frutto della mediazione di Erdogan, tra i governi dei due Paesi, che segna la fine di quasi un anno di tensioni.
Un accordo storico tra Etiopia e Somalia
La settimana scorsa, il primo ministro etiope Abiy Ahmed e il presidente somalo Hassan Sheikh Mohamoud hanno raggiunto un’intesa nella capitale turca, Ankara. Questo accordo, che Erdogan ha descritto come “storico”, arriva dopo una lunga controversia iniziata nel gennaio dello scorso anno. A quell’epoca, l’Etiopia aveva siglato un accordo con il Somaliland, autoproclamatosi indipendente, per utilizzare un tratto di costa per 50 anni, suscitando così l’ira della Somalia, che considera questa regione parte integrante del proprio territorio.
L’Etiopia, dal canto suo, ha rivendicato il suo “diritto” di accesso al mare nel Golfo di Aden, sottolineando la necessità di garantire una via di accesso alla propria crescita economica. In questo contesto complesso, la Turchia ha cercato di fungere da mediatore, ma gli sforzi precedenti non hanno dato risultati tangibili fino a questo accordo.
Mediazione turca e influenze regionali
La riuscita mediazione di Erdogan è stata tanto sorprendente quanto significativa. Si narra che, nel tentativo di raggiungere un accordo, il presidente turco abbia esortato i leader africani a non lasciare la stanza fino a quando non fosse stato trovato un compromesso. Questo esempio dimostra il crescente peso della Turchia nella regione dal 2010, un aspetto che Erdogan ha capitalizzato, rendendo il suo Paese un attore chiave nel Corno d’Africa.
La Turchia già gestisce infrastrutture vitali in Somalia, tra cui aeroporti e porti, e mantiene una base militare significativa dove sono stati addestrati circa 16.000 soldati somali, pari a un terzo della forza armata nazionale. Inoltre, la Turkish Airlines opera voli diretti tra Mogadiscio e Istanbul, mentre Ankara ha investito oltre un miliardo di dollari in aiuti umanitari al Paese.
Strategie economiche e militari della Turchia
Nel 2021, Erdogan aveva autorizzato anche la vendita di droni da guerra turchi, noti come TB2 Bayraktar, alla Etiopia, fornendo un ulteriore sostegno a Abiy nella lotta contro i ribelli del Tigray. Gli sviluppi recenti hanno portato alla “Dichiarazione di Ankara”, che riconosce l’integrità territoriale della Somalia e consente all’Etiopia di accedere alla costa somala per scopi commerciali.
Inoltre, l’accordo prevede l’avvio, a partire da febbraio 2025, di incontri regolari tra le delegazioni di Etiopia e Somalia, sotto la mediazione turca, per definire i dettagli tecnici dell’accordo. Questo approccio mette in evidenza la situazione favorevole per entrambe le nazioni: l’Etiopia ottiene accesso al mare, la Somalia contrasta le aspirazioni indipendentiste del Somaliland, e la Turchia si consolida come protagonista politico nella regione.
Interessi economici della Turchia nel Corno d’Africa
L’interesse turco per la stabilità del Corno d’Africa va oltre gli accordi militari e diplomatici. Recentemente, la compagnia statale turca per l’energia (TPAO) ha firmato protocolli di cooperazione con l’autorità somala per il petrolio, garantendo a Ankara il diritto di effettuare trivellazioni su 5.000 chilometri quadrati di mare. Le proiezioni indicano che questa area potrebbe nascondere riserve significative, stimabili in 30 milioni di barili di idrocarburi.
Questo investimento, che si prevede possa durare dai 3 ai 5 anni, potrebbe generare miliardi per entrambe le nazioni e rafforzare ulteriormente i legami già esistenti tra i due Paesi. Non dimentichiamo, infine, che a febbraio scorso sono stati siglati importanti accordi per la difesa delle coste somale, dove la Turchia si impegna ad addestrare le forze locali per contrastare la pirateria e altre minacce esterne nel prossimo decennio.
In conclusione, l’accordo recente segna un capitolo significativo per il futuro politico ed economico della Turchia nel Corno d’Africa, dimostrando come Ankara stia gara per diventare un attore imprescindibile nella geopolitica della regione.