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Grecia condannata dalla CEDU per respingimento sistematico dei migranti

Grecia condannata dalla CEDU per respingimento sistematico dei migranti

Grecia condannata dalla CEDU per respingimento sistematico dei migranti

La Corte europea dei diritti dell’uomo (Cedu) ha recentemente emesso una sentenza che sanziona la Grecia per una pratica sistematica di respingimento dei richiedenti asilo. Questo intervento della Cedu getta luce su una problematica significativa che coinvolge la gestione delle frontiere e i diritti umani in Europa, evidenziando la necessità di un approccio più umano e rispettoso nei confronti di chi cerca rifugio.

La sentenza della CEDU e il caso della cittadina turca

La vicenda che ha condotto alla sentenza della Cedu origina dal ricorso presentato da una donna turca, A.R.E., che ha denunciato le autorità greche per violazioni della Convenzione europea dei diritti dell’uomo avvenute nel 2019. Fuggita dalla Turchia dopo essere stata condannata per il suo presunto legame con l’“Organizzazione terroristica Fetullahista”, la donna ha cercato asilo in Grecia attraversando il fiume Evros.

Secondo quanto riportato nel suo ricorso, A.R.E. è stata fermata dalle autorità elleniche e respinta forzatamente verso la Turchia, in compagnia di altri migranti, utilizzando un gommone. La sentenza della Cedu ha messo in evidenza come esista una pratica sistematica di respingimento da parte delle autorità greche, che ha negato a queste persone l’opportunità di richiedere asilo nel Paese.

Le ripercussioni della sentenza sulla Grecia

La Corte europea ha evidenziato l’assenza di prove sufficienti da parte del governo greco a sostegno della propria versione dei fatti, e ha dichiarato la detenzione di A.R.E. priva di legittimità giuridica, poiché considerata un passaggio necessario al suo respingimento. Come risultato, la Grecia è stata condannata a risarcire la donna con 20.000 euro per danni non patrimoniali.

In seguito a questa sentenza, Markus Lammert, portavoce della Commissione europea per gli Affari interni, ha sottolineato che una gestione efficiente delle frontiere deve sempre rispettare i diritti fondamentali. La Commissione ha ribadito che è compito degli Stati membri garantire il rispetto delle sentenze della Cedu e ha annunciato la volontà di lavorare con le autorità greche per promuovere un sistema di monitoraggio e indagine robusto e indipendente.

La risposta della Commissione europea

In un briefing con la stampa a Bruxelles, Lammert ha dichiarato che la posizione della Commissione europea sulla gestione della migrazione è chiara: essa deve avvenire in modo umano e dignitoso. Il portavoce ha inoltre confermato che il commissario europeo per gli Affari interni e la migrazione, Magnus Brunner, si recherà in Grecia per discutere della sentenza della Cedu con le autorità locali e per comprendere le misure che verranno adottate in seguito.

Questo sviluppo segna un passo importante verso una maggiore responsabilità da parte delle autorità europee nei confronti dei diritti dei migranti. La sentenza della Cedu non solo mette in discussione le pratiche attuali in Grecia, ma sottolinea anche la necessità di riforme significative nel modo in cui l’Europa gestisce le sue frontiere e accoglie i richiedenti asilo. La Commissione continuerà a monitorare la situazione, perseguendo la creazione di un sistema più giusto e rispettoso dei diritti umani per tutti.

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