La lunga marcia degli sfollati palestinesi verso il nord di Gaza: la situazione attuale
La situazione a Gaza continua ad essere drammatica, con centinaia di palestinesi che hanno intrapreso una lunga marcia a piedi verso il nord della Striscia. Questo movimento è avvenuto dopo che l’esercito israeliano ha annunciato la possibilità di spostarsi dalle 7:00 del mattino, ora locale. Le immagini diffuse dai media, come Al Quds e l’agenzia di stampa palestinese Wafa, mostrano gruppi di persone, cariche di beni personali, che percorrono la strada costiera Rashid, che attraversa Gaza da nord a sud.
Dettagli della situazione attuale
Il movimento dei palestinesi è iniziato in corrispondenza dell’orario stabilito dall’esercito israeliano. Il portavoce dell’esercito, Avichay Adraee, ha emesso alcune istruzioni chiare attraverso il suo account X, sottolineando che era vietato per i palestinesi “dirigersi verso il territorio israelo” e “trasportare militanti o armi”.
In aggiunta, Adraee ha comunicato che la strada Salah al-Din, parallela alla strada di Rashid e situata a est vicino al confine israeliano, sarebbe stata aperta al traffico veicolare dalle 9:00. Questa iniziativa arriva in un contesto complesso, poiché l’accordo di cessate il fuoco tra Hamas e Israele, in vigore dal 19 gennaio, aveva preventivato la riapertura della zona militare del corridoio di Netzarim e il ritorno dei gazesi a nord. Tuttavia, Israele ha giustificato il mancato passaggio affermando che Hamas ha violato l’accordo, non rilasciando un ostaggio civile in cambio di prigionieri.
Critiche alla proposta di Trump
In questo tumultuoso scenario, le dichiarazioni di Donald Trump hanno sollevato reazioni forti. Il presidente statunitense ha recentemente proposto di trasferire gli abitanti di Gaza in Egitto e Giordania per “ripulire” il territorio, paragonandolo a un “cantiere di demolizione”. Trump ha affermato che sarebbe favorevole a un “trasferimento temporaneo o a lungo termine”, aggiungendo che spera che Egitto e Giordania possano accogliere i profughi.
Tuttavia, questa proposta è stata fortemente criticata sia da Hamas che dal presidente palestinese Mahmoud Abbas. Gli sfollati palestinesi vedono qualsiasi tentativo di spostamento come una minaccia alla loro identità e ai loro diritti, evocando la memoria della “Nakba”, il trauma dello sfollamento che ha riguardato la popolazione palestinese in seguito alla creazione di Israele nel 1948.
Resistenza palestinese e rifiuti internazionali
“Non lasceremo mai la Palestina o Gaza, qualunque cosa accada”, ha dichiarato Rashad al-Naji, uno sfollato di Gaza City, confermando la determinazione dei palestinesi a rimanere nel loro territorio. Anche Bassem Naïm, membro dell’ufficio politico di Hamas, ha dichiarato che la proposta di Trump sarà sconfitta, proprio come sono stati respinti altri progetti di sfollamento nel corso dei decenni.
La Giordania e l’Egitto, paesi che già ospitano milioni di rifugiati palestinesi, hanno categoricamente rifiutato qualsiasi tentativo di “spostamento forzato” dei gazesi. La Lega Araba ha avvertito che tali iniziative possono essere viste come un tentativo di “pulizia etnica” dei palestinesi dalla loro terra.
In questo contesto, le dichiarazioni del ministro israeliano di estrema destra Bezalel Smotrich, che ha definito la proposta di Trump un’“idea eccellente”, aggiungono ulteriore tensione a una situazione già complessa. La lotta per la sovranità e i diritti dei palestinesi continua, mentre il futuro della Striscia di Gaza rimane incerto.