Cronaca

Il fratello di Saman Abbas: la sua testimonianza per la giustizia e la verità dell’omicidio

Il fratello di Saman Abbas: la sua testimonianza per la giustizia e la verità dell'omicidio H2: Le dichiarazioni in aula del fratello di Saman Abbas H2: Pressioni familiari e reticenze sull'omicidio H2: La drammatica sera del delitto di Saman Abbas H2: Le dichiarazioni dello zio Danish e il contesto del processo

Il fratello di Saman Abbas: la sua testimonianza per la giustizia e la verità dell’omicidio

La testimonianza del fratello di Saman Abbas è emersa in un momento cruciale del processo d’appello, rivelando le profonde difficoltà e le pressioni familiari che ha affrontato dopo l’omicidio della sorella. In un clima di silenzio e paura, il giovane ha trovato il coraggio di parlare e contribuire alla ricerca della verità.

Le dichiarazioni in aula del fratello di Saman Abbas

Durante la sua dichiarazione in aula, il fratello di Saman Abbas ha descritto un periodo segnato dal trauma e dall’angoscia. “Prima ero traumatizzato e non avevo neanche le forze per parlare”, ha confessato il giovane, rivelando quanto fosse difficile affrontare la situazione. “Avevo paura, tutti, i miei genitori e i parenti come mio zio, mi dicevano di non parlare”. Tuttavia, con il passare del tempo, ha trovato il coraggio necessario per raccontare ciò che conosceva. “Ho deciso di parlare per la giustizia”, ha dichiarato, lasciando intendere quanto fosse importante per lui contribuire alla verità.

Il 21enne ha anche accennato al ruolo della sua famiglia in questo dolore. Il padre, in particolare, lo ha esortato a mantenere il silenzio riguardo ai cugini implicati nella vicenda. “Mi diceva ‘almeno quelli che si sono salvati lasciali fuori'”, ha riferito, evidenziando la tensione e il conflitto interno all’interno della sua famiglia.

Pressioni familiari e reticenze sull’omicidio

Nei giorni immediatamente successivi alla scomparsa di Saman, il fratello ha spesso cercato di ottenere informazioni dai suoi cugini, Ikram e Nomanhulaq, oltre che dallo zio Danish Hasnain. Ogni volta, tuttavia, gli veniva detto di non preoccuparsi, poiché la sorella “era in paradiso”. Questa risposta ha contribuito a rafforzare i suoi timori e il senso di impotenza, mentre il bisogno di conoscere la verità si intensificava.

La situazione si è aggravata quando il fratello ha scoperto che prima della morte di Saman, alcuni parenti, tra cui Fatar e Harfan, avevano visitato i genitori, portando avanti concetti legati all’”onore”. Queste pressioni sociali hanno chiaramente influito sull’ambiente familiare e sul modo in cui venivano affrontati i comportamenti di Saman, evidenziando le complicazioni che spesso circondano i delitti d’onore.

La drammatica sera del delitto di Saman Abbas

Il giovane ha descritto in aula la drammatica notte del 30 aprile 2021, quando ha assistito all’allontanamento di Saman da casa, accompagnata dai genitori, dallo zio Danish e dai cugini. “Ho visto mio zio Danish afferrare mia sorella da dietro con il braccio mentre lei si stava allontanando”, ha dichiarato. Questo momento rappresenta una testimonianza cruciale di quanto sia stata premeditata la situazione.

In aggiunta, il ragazzo ha riferito di aver udito una conversazione tra i familiari, in cui venivano citate parole come “scavare” e “passare dietro le telecamere”, suggerendo chiaramente un piano premeditato per l’omicidio di Saman. Queste informazioni forniscono una visione sconcertante sia sugli eventi che hanno preceduto il delitto che sul contesto familiare in cui si sono verificati.

Le dichiarazioni dello zio Danish e il contesto del processo

Durante la fase del processo d’appello, anche Danish Hasnain ha rilasciato dichiarazioni che hanno suscitato clamore. Condannato in primo grado a 14 anni, ha affermato di essere stato colto dal panico dopo aver scoperto il corpo di Saman, dichiarando: “Ero talmente sconvolto che sono svenuto”. Questa affermazione ha suscitato domande sulle sue reali responsabilità e sul ruolo giocato nella vicenda.

Inoltre, Danish ha raccontato un episodio in cui i cugini Nomanhulaq e Ikram lo hanno fermato mentre trasportava il corpo di Saman, esprimendo la volontà di gestire la situazione “tra noi uomini” per proteggere la madre della ragazza. Questa dinamica familiare mette in evidenza le complessità e le omertà che spesso circondano tali tragedie.

Il processo d’appello continua a rivelare nuovi dettagli sul delitto di Saman Abbas, e le parole del fratello e le dichiarazioni di Danish Hasnain potrebbero influenzare notevolmente l’esito del giudizio per gli imputati, tra cui i genitori della giovane, già condannati all’ergastolo in primo grado. La ricerca di giustizia per Saman sembra, finalmente, avvicinarsi alla verità.

Condividi questo articolo:

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *