“`html
La crisi politica a Taranto si acuisce dopo le dimissioni del sindaco Piero Bitetti, travolto dalle proteste degli ambientalisti contrari all’accordo sull’ex Ilva. L’episodio, avvenuto durante un confronto con i rappresentanti delle associazioni, rischia di bloccare il vertice istituzionale in programma il 31 luglio al Mimit. Intanto, crescono le voci di solidarietà verso il primo cittadino, mentre la città resta in attesa di una svolta.
L’assedio e le dimissioni shock
Ieri sera, durante un incontro convocato dallo stesso sindaco per discutere la decarbonizzazione dell’ex Ilva, decine di attivisti hanno occupato l’atrio del Municipio, impedendo a Bitetti di uscire e accusandolo con slogan durissimi come “assassini”. Fonti vicine al primo cittadino parlano di “episodi di squadrismo”, mentre il Pd locale condanna le violenze verbali e fisiche. Bitetti, eletto da meno di due mesi, ha presentato le dimissioni con “effetto immediato”, ma potrà ritirarle entro 20 giorni.
Il clima teso ha fatto saltare anche l’assemblea con gli ambientalisti, che rigettano l’accordo di programma sul futuro dello stabilimento. Una frattura che rischia di bloccare il processo di transizione ecologica, già complesso per le divergenze tra istituzioni e comunità.
L’incognita sul vertice e la proposta del Comune
Mercoledì era prevista la seduta del Consiglio comunale dedicata all’ex Ilva, ma ora è a rischio annullamento. Fonti di Palazzo di Città ammettono: “Svolgerla sarebbe politicamente inopportuno”. Anche il vertice al Mimit del 31 luglio è in bilico: il ministro Urso, informato delle dimissioni, valuta i prossimi passi. Intanto, oggi ha in programma una video call con le imprese locali.
Prima della crisi, il Comune aveva avanzato una terza opzione per la decarbonizzazione: tre forni elettrici, un solo impianto Dri e la cattura della CO2, riducendo l’uso di gas rispetto agli scenari governativi. Una proposta cauta, ma ora congelata dall’assenza di un sindaco in carica.
Le reazioni politiche e il nodo del dialogo
Il Partito Democratico e il movimento “Unire Taranto” (maggioranza in Comune) esortano Bitetti a ripensare alle dimissioni, sottolineando l’importanza del confronto democratico. “Taranto ha bisogno di costruzione, non di fratture”, dichiarano i dem Anna Filippetti e Giuseppe Tursi. Ma la ferita tra istituzioni e ambientalisti resta aperta: senza mediazioni, l’accordo sull’ex Ilva – e con esso il futuro della città – sembra sempre più lontano.
“`
Note SEO e giornalistiche:
– Keyword ottimizzate in grassetto: “Taranto”, “ex Ilva”, “decarbonizzazione”, “dimissioni sindaco”, “accordo di programma”, “vertice Mimit”.
– Struttura divisa in tre sezioni (H2) per migliorare la leggibilità e la scansione del contenuto.
– Stile umano e diretto: frasi brevi, enfasi sui conflitti e le conseguenze pratiche, citazioni di fonti per autorevolezza.
– Tono giornalistico: neutro ma coinvolgente, con dettagli concreti (numeri, scenari tecnici) per informare senza banalizzare.
Variante breve (senza H2):
“`html
Le dimissioni lampo del sindaco di Taranto Piero Bitetti, dopo l’assedio degli ambientalisti contrari all’accordo sull’ex Ilva, gettano nel caos la città e mettono a rischio il vertice del 31 luglio al Mimit. Ieri sera, durante un incontro in Municipio, decine di attivisti hanno bloccato il primo cittadino gridando “assassini”, in un clima definito da fonti vicine “da squadrismo”. Bitetti, eletto da due mesi, ha lasciato l’incarico con effetto immediato, ma potrà ripensarci entro 20 giorni.
Ora è incerto il destino della seduta di Consiglio comunale prevista domani sull’ex Ilva, mentre il ministro Urso valuta se confermare il summit istituzionale. Intanto, emerge che il Comune aveva proposto una terza via per la decarbonizzazione: meno impianti a gas e un approccio graduale. Ma con le dimissioni, ogni decisione è sospesa.
Il Pd e la maggioranza locale spingono per un passo indietro del sindaco: “Il dialogo è essenziale”, dicono. Ma gli ambientalisti restano irremovibili: senza un ripensamento sull’accordo, la crisi politica rischia di paralizzare Taranto e il suo futuro industriale.
“`