Un applauso lungo e commosso ha riempito l’Armani Teatro di via Bergognone. Non un gesto comune, ma un tributo spontaneo e sentito. Le stesse modelle, sfilando, hanno applaudito, dando vita a un momento di rara intensità. È stata questa l’immagine più potente della prima sfilata di Emporio Armani senza la presenza fisica di Giorgio Armani, scomparso lo scorso 4 settembre. Un passaggio storico, carico di simbolismo, vissuto tra la gioia per la bellezza proposta e la percebile assenza del Maestro.
L’atmosfera, prima che la sfilata avesse inizio, era fatta di silenzi eloquenti e sguardi concentrati. Gli invitati, perfettamente consapevoli di assistere a un evento che segnava un prima e un dopo, hanno accolto la collezione con un misto di commozione e ammirazione. La collezione, significativamente intitolata “Ritorni”, è parsa subito un omaggio allo stile inconfondibile del fondatore, un viaggio nei ricordi e nelle forme che fanno ritorno a casa.
La collezione “Ritorni”: un guardaroba fluido e urbano
I temi del viaggio e del ritorno hanno dettato l’estetica della collezione. Le silhouette, dinamiche ma sempre composte, hanno proposto forme leggere e allungate. La tavolozza si è mossa su toni neutri e sofisticati: dal beige al nero, con incursioni di grigio minerale. Il dialogo tra maschile e femminile, cifra stilistica armaniana per eccellenza, ha dato vita a un guardaroba fluido e adatto alla vita urbana.
Tra i capi più rappresentativi, hanno spiccato:
- Pantoloni ampi che si stringono sul fondo
- Giacche spolverino e parka pigiama
- Chiusure ispirate al kimono e obi
- Gilet, vero e proprio leitmotiv, presentato in numerose varianti
Completavano l’outfit dettagli come piccole cuffie di rafia lavorata a maglia, borse nomadi e sandali piatti dalla punta pronunciata. Anche l’abbigliamento serale ha mantenuto una leggerezza impalpabile, con nylon trasparente che ha stemperato la rigorosa precisione dei tagli.
L’applauso finale: un omaggio collettivo a Re Giorgio
Il culmine emotivo della sfilata è arrivato con l’uscita finale. Le modelle, tutte insieme, hanno iniziato ad applaudire sfilando in passerella. Un gesto inatteso e profondamente simbolico che ha immediatamente coinvolto la platea. Il pubblico si è alzato in piedi, rispondendo con un lunghissimo applauso.
Quel momento ha trasformato la sfilata in un vero e proprio rito collettivo. Non era solo un apprezzamento per la collezione, ma un omaggio sentito che andava oltre gli abiti, diretto a “Re Giorgio”. Un applauso doppio, specchiato tra la passerella e la sala, che ha sospeso il tempo in un equilibrio perfetto tra assenza e presenza eterna dello stilista.