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Scarcerazione Sarkozy: il 10 novembre la decisione dei giudici sull’ex presidente

Scarcerazione Sarkozy: il 10 novembre la decisione dei giudici sull'ex presidente

La Corte d’Appello di Parigi si pronuncerà il 10 novembre sulla richiesta di scarcerazione presentata dalla difesa dell’ex presidente francese Nicolas Sarkozy. L’ex capo di Stato, in carcere dal 21 ottobre, sta scontando una condanna a cinque anni per il finanziamento illecito della campagna elettorale del 2007 con fondi libici. Secondo i media locali, la decisione dei giudici potrebbe essere immediata, aprendo la strada a una possibile libertà provvisoria per Sarkozy, che verrebbe però posto sotto sorveglianza giudiziaria.

Tra le misure cautelari ipotizzate dagli avvocati c’è l’installazione di un braccialetto elettronico, uno strumento che l’ex presidente ha già sperimentato all’inizio di quest’anno per un’altra condanna per corruzione e traffico di influenze. La difesa sostiene che non sussistano le condizioni per mantenere Sarkozy in detenzione, considerato che ha già presentato ricorso contro la sentenza e che l’udienza di appello per il merito del caso è calendarizzata per marzo 2024.

Il precedente della Corte e le polemiche

La Corte d’Appello si è già espressa su richieste analoghe presentate da altri condannati nello stesso processo, concedendo la libertà provvisoria a uno di loro. L’ex presidente settantenne, che si proclama innocente, ha definito la sua incarcerazione durante l’appello un “affronto alla giustizia”.

La detenzione di Sarkozy, un caso senza precedenti per un ex presidente della Repubblica, ha scatenato un intenso dibattito nel paese e aspre critiche al sistema giudiziario da parte dei suoi sostenitori. Anche le sue condizioni di detenzione sono finite sotto la lente d’ingrandimento: Sarkozy è tenuto in una cella privata, isolato dagli altri detenuti, con due agenti di sicurezza dedicati. La visita che ha ricevuto dal ministro della Giustizia Gerald Darmanin ha ulteriormente alimentato le polemiche, con molti che l’hanno interpretata come un trattamento preferenziale.

Le condanne che pesano sull’ex presidente

Quella per i fondi libici non è l’unica condanna che grava sull’ex inquilino dell’Eliseo. Sarkozy è stato condannato in tre casi distinti. Il primo, per corruzione e traffico di influenze, gli è costato un anno di carcere, parzialmente scontato in regime di sorveglianza elettronica.

Per il finanziamento illegale della sua campagna elettorale del 2012, che lo vide sconfitto da Francois Hollande, è stato condannato in primo e secondo grado e attende ora il verdetto della Corte Suprema, previsto per il 26 settembre. Ma la condanna più severa rimane quella per il finanziamento della campagna presidenziale del 2007 con denaro proveniente dal regime libico di Muammar Gheddafi, che gli è valsa cinque anni per associazione a delinquere.

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