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Madre condannata all’ergastolo per figlicidio: i corpi dei due figli in valigia

Madre condannata all'ergastolo per figlicidio: i corpi dei due figli in valigia

Una tragedia familiare che ha scosso la Nuova Zelanda trova finalmente un epilogo giudiziario. Una madre è stata condannata all’ergastolo per aver ucciso i suoi due figli piccoli, i cui corpi sono stati ritrovati anni dopo, nascosti in due valigie. Un caso agghiacciante di figlicidio che solleva profonde questioni sul trauma e sulla salute mentale.

Hakyung Lee, donna neozelandese di origini sudcoreane, è stata giudicata colpevole dell’omicidio dei suoi due bambini, di otto e sei anni. I corpi dei piccoli, Minu Jo e Yuna Jo, sono stati scoperti solo nel 2022 da una famiglia che aveva acquistato all’asta il contenuto di un deposito abbandonato. La polizia, grazie alle analisi del DNA, è risalita all’identità delle vittime e alla madre, nel frattempo rientrata in Corea del Sud, da dove è stata successivamente estradata.

Durante il processo, la Lee ha sostenuto di non essere penalmente responsabile a causa dei suoi disturbi mentali. La donna, che si è rappresentata da sola in tribunale con l’assistenza di due avvocati, ha cercato di evitare la condanna più severa. La difesa ha fatto appello affinché il giudice considerasse le sue condizioni psichiatriche, ma la procura ha respinto questa linea, sottolineando come non emergessero prove di intenzioni suicide o stati dissociativi al momento dei fatti.

Il giudice ha quindi emesso la sentenza più dura prevista dalla legge neozelandese: l’ergastolo. Alla Lee è stata imposta una pena minima di 17 anni di detenzione senza possibilità di libertà vigilata. Nella motivazione, il giudice ha dichiarato: “Sapevi che le tue azioni erano moralmente sbagliate… forse non riuscivi a sopportare che i tuoi figli ti ricordassero la vita felice che avevi prima”. La corte ha tuttavia disposto un trattamento psichiatrico obbligatorio in una struttura protetta, stabilendo che, una volta ritenuta mentalmente idonea, dovrà fare ritorno in carcere per scontare la pena.

Dalle indagini è emerso che la tragedia si consumò nel 2018, un anno dopo la morte del padre dei bambini per cancro. La Lee somministrò ai figli una dose eccessiva di farmaci da prescrizione, mescolati a del succo di frutta. Dopo averli uccisi, avvolse i corpi in sacchetti di plastica e li ripose in due valigie, che poi abbandonò in un deposito.

L’udienza si è svolta in un’atmosfera carica di dolore. Per tutta la sua durata, l’imputata è rimasta seduta a testa bassa, con i capelli che le nascondevano il viso, senza mai prendere la parola. Il dolore della famiglia è stato reso ancor più evidente dalla dichiarazione della nonna dei bambini, Choon Ja Lee, che in tribunale ha lanciato una domanda straziante: “Se voleva morire, perché non è morta da sola? Perché ha portato con sé questi bambini innocenti?”. Una domanda che resta senza risposta, mentre una comunità intera si interroga su come sia potuto accadere l’impensabile.

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