Cronaca

Operaio egiziano ferito in cantiere abbandonato vicino a un distributore a Trieste

Operaio egiziano ferito in cantiere abbandonato vicino a un distributore a Trieste

Operaio egiziano ferito in cantiere abbandonato vicino a un distributore a Trieste

Il 13 novembre, a Grado, in provincia di Gorizia, si è verificato un grave incidente che ha coinvolto un operaio egiziano di 53 anni. L’uomo è rimasto ferito dopo essere caduto da un’altezza di circa tre metri, presumibilmente mentre lavorava in un cantiere. La notizia, emersa nei giorni successivi, ha sollevato preoccupazione sia per le sue condizioni di salute, sia per le circostanze in cui si è trovata la vittima dopo l’incidente.

Un soccorso inadeguato e le sue conseguenze

Invece di ricevere immediatamente assistenza medica, l’operaio è stato “scaricato” nei pressi di un distributore di benzina, dove ha chiesto aiuto al gestore. È stato solo grazie alla sua richiesta che sono stati allertati i soccorsi. Gli operatori del 118 sono giunti prontamente sul luogo e hanno trovato l’uomo ancora cosciente, ma in condizioni critiche a causa dei forti dolori e dei traumi riportati. Dopo le prime cure, è stato trasportato in ambulanza e successivamente in elicottero all’ospedale di Udine, dove è stato ricoverato in codice rosso. Fortunatamente, sebbene le sue condizioni siano gravi, sembra che non sia in pericolo di vita.

Un caso emblematico di sfruttamento

La triste storia di questo operaio riporta alla mente altri casi simili, come quello di Satnam Singh, un bracciante indiano che, nel giugno scorso, ha subito un’amputazione dopo un incidente sul lavoro. In quell’occasione, il suo datore di lavoro lo abbandonò invece di soccorrerlo. Questo nuovo caso mette in luce una realtà drammatica che colpisce molti lavoratori in Italia: il lavoro nero e lo sfruttamento. Secondo i dati, l’operaio egiziano era regolarmente residenti in Italia, ma era stato assunto in nero per lavori in un cantiere della zona.

Denunce e richieste di intervento

Caterina Conti, segretaria del PD del Friuli-Venezia Giulia, ha denunciato l’accaduto, evidenziando come questi episodi siano rappresentativi di una “realtà sommersa di lavoro nero e caporalato”. La sua denuncia sottolinea l’urgenza di interventi più incisivi per combattere pratiche di sfruttamento lavorativo che danneggiano i lavoratori e le imprese che rispettano le regole. “È fondamentale unire le forze per affrontare questa triste realtà e garantire ai lavoratori la sicurezza e il rispetto che meritano”, ha aggiunto.

Questo episodio rimarca l’urgenza di vigilare sul rispetto dei diritti dei lavoratori, affinché simili incidenti non si ripetano, e per proteggere i più vulnerabili in un contesto lavorativo già difficile. La speranza è che la vicenda di questo operaio non cada nel silenzio e stimoli una maggiore attenzione e azione da parte delle istituzioni competenti.

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