Decreto Flussi 2023: novità su lavoratori stranieri e lotta al caporalato
Il Decreto Flussi 2023, recentemente approvato dal Consiglio dei Ministri, introduce importanti cambiamenti in materia di ingressi di lavoratori stranieri e misure per combattere il caporalato. Questo provvedimento rappresenta un passo significativo verso la gestione dei flussi migratori e la protezione internazionale, cercando di semplificare le procedure già esistenti.
Misure per migliorare l’ingresso dei lavoratori
Il decreto Flussi integra la normativa vigente sull’ingresso di lavoratori stranieri, già delineata dal Dpcm del 27 settembre 2023 per il triennio 2023-2025. Recenti controlli effettuati dalla Presidenza del Consiglio e dai Ministeri competenti hanno evidenziato irregolarità nell’applicazione delle procedure. A tal fine, è stata proposta una semplificazione delle stesse, con l’obiettivo di renderle non solo più rapide ma anche più sicure.
Tra le novità significative, spicca la precompilazione delle domande di nulla osta al lavoro, che permette un amplificato margine di tempo per i controlli, garantendo l’esclusione delle domande non procedibili. Inoltre, è prevista l’interoperabilità dei sistemi informatici tra vari ministeri, facilitando la verifica automatica di dati essenziali.
Obbligo di conferma e digitalizzazione
Una delle nuove disposizioni impone al datore di lavoro di confermare l’interesse all’assunzione prima del rilascio del visto di ingresso. Inoltre, è stato introdotto l’obbligo di elezione di un domicilio digitale per i datori di lavoro, eliminando la necessità di presentarsi fisicamente allo sportello unico per l’immigrazione per la sottoscrizione dei contratti di soggiorno.
Al fine di garantire un utilizzo lecito dei lavoratori, è previsto che i datori di lavoro che non procedono alla stipula del contratto di lavoro dopo l’ingresso dello straniero siano inibiti per tre anni dal poter presentare ulteriori domande. Altri vincoli sono stati stabiliti anche in base al fatturato e al numero di dipendenti, limitando così il numero di richieste attivabili.
Protezione delle vittime di sfruttamento
Un aspetto cruciale del decreto è il riconoscimento del permesso di soggiorno per casi speciali a favore delle vittime di intermediazione illecita e sfruttamento del lavoro. Queste persone avranno diritto a un programma unico di emersione e assistenza, che fornirà loro supporto per l’integrazione sociale.
Al termine della validità di questo permesso, le vittime avranno la possibilità di convertirlo in un permesso di soggiorno per motivi di lavoro o di studio, favorendo così l’inserimento attivo nel mercato del lavoro.
Misure per i richiedenti asilo
Il decreto prevede anche disposizioni per i richiedenti asilo, imponendo loro obblighi di collaborazione con le autorità competenti. In caso di mancata cooperazione, le forze dell’ordine possono accedere ai dati identificativi presenti nei dispositivi elettronici degli stranieri. Questo procedimento è fondamentale per garantire un corretto accertamento dell’identità e della cittadinanza.
In particolari contesti, come il salvataggio in mare, è stata introdotta la possibilità di respingimenti con accompagnamento alla frontiera, aumentando così il controllo delle frontiere esterne dell’Unione Europea.
Conclude il decreto l’introduzione di norme procedurali che consentono la possibilità di impugnazione dei provvedimenti di trattenimento degli stranieri. I ricorsi devono essere trattati rapidamente, con termini ridotti per garantire una giustizia celere.
In sintesi, il Decreto Flussi 2023 si propone di modernizzare e rendere più efficaci le procedure legate all’ingresso dei lavoratori stranieri in Italia, mentre al contempo si impegna fortemente nella protezione dei più vulnerabili, affrontando in modo rigoroso il problema del caporalato e dello sfruttamento del lavoro.