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Negli Stati Uniti, il dibattito tra privacy e sicurezza nazionale ha raggiunto un nuovo picco di tensione. I sostenitori del movimento MAGA, tradizionalmente ostili a qualsiasi forma di controllo governativo, si trovano oggi divisi di fronte a una scelta paradossale: il loro leader, Donald Trump, ha affidato a Palantir la creazione di un database nazionale per raccogliere informazioni sensibili sui cittadini. L’obiettivo? Migliorare la sicurezza, ma a quale prezzo?
Il paradosso MAGA e il ruolo di Palantir
La decisione della Casa Bianca ha scatenato una rara spaccatura tra Trump e una parte del suo elettorato. I difensori della privacy temono un’espansione della sorveglianza, mentre alcuni critici parlano apertamente di un sistema distopico. Palantir, società di analisi dati co-fondata dal miliardario Peter Thiel, è già al centro di polemiche per i suoi contratti con il governo, incluso uno da 795 milioni di dollari con il Pentagono.
La piattaforma Foundry, utilizzata da diversi dipartimenti federali, permetterebbe la condivisione di dati tra agenzie, sollevando interrogativi sull’equilibrio tra libertà civili e sicurezza. “Centralizzare informazioni sui cittadini è un attacco ai diritti fondamentali”, avverte Cody Venzke dell’ACLU, sottolineando i rischi legati all’uso di dati biometrici e intelligenza artificiale.
Le reazioni: dallo sgomento alle teorie del complotto
Tra i sostenitori MAGA, la notizia ha generato reazioni contrastanti. Gli Hodgetwin, influencer conservatori con oltre 3,3 milioni di follower, hanno espresso sconcerto: “Non ho votato per questo”. Dall’altra parte, esponenti dell’estrema destra come Nick Fuentes parlano di tradimento, accusando Palantir di essere uno strumento del deep state.
In un video virale visto da 31 milioni di persone, Fuentes sostiene che il database prenda di mira chi critica Israele, indipendentemente da etnia o religione. “Ti inseriscono nella lista dei nemici“, afferma, alimentando teorie già diffuse negli ambienti più radicali.
Mentre il governo insiste sulla necessità di proteggere il Paese, il dilemma resta: fino a che punto la sicurezza giustifica la raccolta di dati personali? Per molti americani, la risposta potrebbe decidere non solo il futuro di Trump, ma quello stesso della democrazia.
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– *”Le proteste dei conservatori e l’ombra del deep state”*