Vance avverte: chiudere lo Stretto di Hormuz sarebbe un suicidio per l’Iran
La chiusura dello Stretto di Hormuz, una delle rotte commerciali più strategiche al mondo, rappresenterebbe un atto autodistruttivo per l’Iran. A lanciare l’avvertimento è il vicepresidente degli Stati Uniti JD Vance, intervenuto in un’intervista a Nbc News. Secondo l’esponente americano, Teheran non avrebbe nulla da guadagnare da una mossa così radicale, che potrebbe innescare una crisi globale.
“La loro intera economia dipende dallo Stretto di Hormuz”, ha sottolineato Vance. “Se decidessero di bloccarlo, causerebbero danni enormi a se stessi e al mercato energetico mondiale. Ma perché dovrebbero farlo? Non vedo alcuna logica”. Il vicepresidente ha poi ironizzato sulle capacità militari iraniane, suggerendo al Paese di seguire l’esempio di Donald Trump e puntare sulla diplomazia.
### Il rischio di una spirale pericolosa
Vance ha espresso la speranza che non si arrivi a un’escalation di tensioni, ma piuttosto a un dialogo per la pace. “Se l’Iran vuole peggiorare la situazione attaccando le truppe americane, commetterebbe un errore catastrofico”, ha avvertito, ribadendo che l’obiettivo primario degli Stati Uniti è impedire a Teheran di ottenere un’arma nucleare.
Intanto, secondo i media iraniani, il Parlamento di Teheran avrebbe già approvato la proposta di chiusura dello stretto, ma la decisione finale spetterà al Consiglio supremo per la sicurezza nazionale. Una mossa del genere avrebbe conseguenze drammatiche: attraverso il Hormuz transita circa il 20% del petrolio e del gas globale, rendendolo un nodo vitale per l’economia mondiale.
Mentre la tensione sale, le parole di Vance suonano come un monito: l’Iran deve valutare con attenzione ogni passo, perché le sue scelte potrebbero rivelarsi un boomerang.